L’esperienza dei “Corridoi umanitari” raccontata in Diocesi
RAPALLO – Migliaia di persone fuggono dalle proprie terre a causa di guerre, carestie e persecuzioni. La Giornata per la Custodia del Creato vissuta in Diocesi, ha riflettuto non solo sull’ambiente ma sull’uomo in generale, e si è posta la domanda: come il cristiano può affrontare in modo concreto il problema dei rifugiati? Presente la Comunità di S. Egidio che ha parlato del progetto “Corridoi umanitari”, attivo da un anno, coordinato con la tavola Valdese, la Federazione delle Chiese Protestanti, in accordo con il governo italiano. In un anno, sono giunte in Italia 900 persone: i rifugiati, perlopiù siriani, arrivano dai campi profughi del Libano. Contattati da associazioni locali, affrontano una lunga trafila di controlli al termine dei quali arrivano nel nostro paese attraversando il Mediterraneo in sicurezza. In Italia si apre poi la pagina dell’accoglienza. A Genova, i siriani giunti con i “Corridoi umanitari” sono 5. Anzi 6, perché è nato un bimbo. In generale si tratta di persone in gravi condizioni di vulnerabilità. “Corridoi Umanitari” è in espansione. Oltre al Libano, si prevede di allargare il progetto anche a Marocco e Etiopia. Infine, altri Paesi europei hanno contattato la Comunità di S. Egidio per poter attuare il progetto.