Il dono di un diacono, al servizio come Maria
CHIAVARI – Nella solennità dell’Immacolata la diocesi di Chiavari ha vissuto la gioia dell’ordinazione diaconale di un giovane seminarista rapallese. Alessandro Cavallo, 31enne originario della parrocchia di San Pietro di Novella, ha ricevuto per mano del vescovo Alberto Tanasini, il primo grado del sacramento dell’ordine. Nell’omelia il vescovo si è soffermato sulla figura di Maria, la donna della giovinezza spirituale e del servizio.
OMELIA DEL VESCOVO
La festa dell’Immacolata Concenzione ci parla di giovinezza. La giovinezza di Maria. Noi la pensiamo così: giovane, fresca. E anche l’arte la rappresenta sempre giovane. Se noi pensiamo alla statua della passione, dell’Addolarata in San Pietro, scolpita dal Michelangelo, vediamo un volto addolorato, ma giovane. Non si tratta, tuttavia, solo di giovinezza fisica, poichè Maria è diventata Madre di Gesù poco dopo l’adolescenza. Non si tratta solo di questo. Noi percepiamo che la sua giovinezza è altro, è dentro, sgorga dal suo essere. E’ la giovinezza di chi non ha nulla a che fare col peccato. Maria è giovane perchè è Immacolata. In realtà tutta la riflessione sul mistero dell’Immacolata concezione porta a pensare in lei un inizio nuovo. La manifestazione della nuova umanità, quell’umanità che viene dalla redenzione portata da Gesù. Ella infatti è giovane perchè è tutta del suo figlio, perchè ha detto di Sì a Dio. Nel mistero dell’immacolata concenzione c’è tutto un rincorrersi di “Sì”. Il “Sì” di Dio a Lei, un sì singolare. “Ave Piena di Grazia, il Signore è con te”. Prima di ogni merito, prima di ogni decisione, di ogni scelta di Maria, c’è il “Sì” di Dio a Lei. Il Padre sa, vuole che il figlio sia redentore dell’uomo. Il pensiero di Dio per noi è dell’eternità e ci ha pensato Immacolati davanti a lui, nell’amore, nell’eternità. Questo pensiero eterno è il pensiero della giovinezza. Maria al “Sì” di Dio ha risposto col suo “Sì”. Ecco allora la giovinezza di Maria, giovinezza interiore. Ci fa pensare, ci deve far pensare. E’ proprio vero che la vita nostra è piena solo quando fa esperienza del bene e del male? Oggi c’è un po’ questa convinzione, e allora, tante volte, troppe volte, ci ritroviamo a dover guarire le nostre ferite, ferite dell’anima, ferite del male. Maria ha vissuto intensamente la vita umana, la sua vita, ha vissuto concretamente, non è stata senza prova. Ma sempre ha indirizzato il suo Sì a Dio. E noi pensiamo davvero che la nostra vita sia piena solo se fa l’esperienza del male, del peccato, del distacco da Dio. O non è in questo “Sì” da dire e da conservare che ritroviamo veramente la nostra giovinezza, la nostra verità. Vorrei parlare soprattutto ai giovani. Quante volte mi domando perchè vogliano fare l’esperienza del male per poi faticosamente risorgere. A volte senza riuscire. Non vi accorgete ragazzi che la vostra giovinezza si brucia. Mentre nel bene, desiderato, fatto , nella verità abbracciata, nella giustizia vissuta, lì c’è la giovinezza vostra che continua e che non si spegne neanche con procedere dell’età. Giovani, giovani come Maria. Maria ha detto di sì, sono la serva del Signore. E nella sua bocca questo essere serva, non è segno di schiavitù, ma di abbandono, di svuotamento per essere riempita da lui. Essere servi non vuole essere soltanto il fare delle cose, anche buone, anche al servizio degli altri. Essere servi nasce da dentro. Come per Maria: sono e non faccio. Questa sera ordiniamo Alessandro diacono. E diacono sappiamo che vuol dire colui che serve. Come Cristo lo chiamiamo servo di Dio. Ecco ordinandolo diacono noi gli chiediamo di essere servo come Maria. Di accettare di svuotare se stesso per essere immagine di Cristo, come colui che serve. Tutti noi che siamo qui, accompagnandolo, gli diciamo non soltanto bravo, grazie, ma gli diciamo vogliamo imparare da te a servire. Abbassiamo i nostri orgogli le nostre presunzioni per essere davvero fratelli gli uni agli altri. Ecco quello che ci chiede oggi la festa dell’Immacolata, la festa della giovinezza.