Un segno di gratitudine a Ondina Roscelli per i quasi quarant’anni di impegno e servizio nell’Ufficio diocesano per la Pastorale della scuola.

Il Vescovo diocesano, mons. Giampio Devasini, le ha consegnato stamane in Curia una targa, «per il servizio svolto con generosità e competenza dal 1985, in un’opera quotidiana di ascolto e confronto con gli insegnanti e nel dialogo con gli istituti scolastici del territorio» ha detto don Alberto Gastaldi, direttore dell’Ufficio per la Pastorale della scuola.

È da diversi anni che la Diocesi di Piacenza-Bobbio ha intrapreso una riflessione rispetto alla possibilità che la Val d’Aveto fosse accorpata alla nostra Diocesi. Da un lato perché la maggior parte dei residenti di quella Valle è legata più al Tigullio che non al piacentino per fruire di molteplici servizi come la scuola, il lavoro e la sanità. Dall’altro per una prossimità anche geografica con Chiavari che permetterebbe al Vescovo diocesano di esercitare una cura pastorale più puntuale per i fedeli di quel territorio.

Si tratta di dare continuità ad un percorso che già nel 1989, quando vennero unite le Diocesi di Bobbio e Piacenza, consegnò al territorio diocesano di Chiavari le parrocchie di Borzonasca, Caregli e Brizzolara che appartenevano alla circoscrizione bobbiense.

Il Vescovo di Piacenza-Bobbio, mons. Adriano Cevolotto, ha pertanto dato seguito ad un progetto di ridefinizione dei confini che era allo studio da qualche tempo.

Nel novembre 2022 ha sottoposto la questione al Consiglio Presbiterale della sua Diocesi, ottenendo parere favorevole. Lo scorso giugno a Rezzoaglio ha avuto un incontro con una buona rappresentanza delle Parrocchie interessate, nel quale ha potuto constatare l’assoluta condivisione dell’ipotesi da parte dei presenti.

Da qui mons. Cevolotto ha inoltrato ad ottobre una formale richiesta al vescovo Devasini di valutare la possibilità di avviare in maniera congiunta l’iter canonico-civile di revisione dei confini di entrambe le Diocesi.

Le Parrocchie che passerebbero nel territorio della Diocesi di Chiavari sono quelle che insistono nei Comuni di Santo Stefano d’Aveto e di Rezzoaglio, per un totale di quasi duemila fedeli.

Nel dettaglio si tratta delle Parrocchie di:

  • Santo Stefano protomartire in Santo Stefano d’Aveto
  • Santa Maria Assunta in Allegrezze
  • San Michele Arcangelo in Alpicella
  • Santi Angeli Custodi in Amborzasco
  • San Giovanni Battista in Pievetta
  • San Bernardo da Mentone in Ascona
    tutte nel Comune di Santo Stefano d’Aveto.

E ancora le Parrocchie di:

  • San Michele Arcangelo in Rezzoaglio
  • San Giuseppe in Vicosoprano
  • San Pietro Apostolo in Alpepiana
  • Santa Maria Maggiore in Brignole
  • San Bernardo Abate in Cabanne
  • San Giovanni Battista in Priosa
  • San Bartolomeo in Magnasco
  • San Rocco in Villanoce
    tutte nel Comune di Rezzoaglio.

Le ragioni che giustificano questa richiesta, come detto, sono di carattere geografico, culturale ed ecclesiale. Aspetti sottolineati anche dal Nunzio Apostolico in Italia che incontrando a Roma i presuli di entrambe le Diocesi, in occasione della comunicazione della loro nomina, li invitò a tenere in particolare considerazione questa possibilità, proprio in ordine ad una migliore cura dei fedeli di quel territorio.

A seguito della formale richiesta dalla Diocesi di Piacenza-Bobbio e delle motivazioni che la sostenevano, monsignor Devasini si è quindi attivato per un discernimento condiviso.

Ha prima convocato per un confronto il Consiglio Presbiterale, il gruppo di sacerdoti che rappresentando il Presbiterio coadiuva il Vescovo nel governo della Diocesi. Da questa riunione, tenutasi a metà febbraio, è stato espresso a larga maggioranza il parere favorevole a questa unificazione.

Il 13 marzo, poi, è stato ascoltato anche il Consiglio Pastorale Diocesano, composto soprattutto da laici che insieme al Vescovo ha il compito di studiare, valutare e proporre conclusioni operative rispetto alle attività pastorali della Diocesi, che si è espresso a favore di questa proposta.

Monsignor Devasini rispondendo nei giorni scorsi al Vescovo di Piacenza-Bobbio ha quindi espresso il consenso ad avviare il processo di unificazione.

Ora spetterà alla Diocesi di Piacenza-Bobbio produrre tutta la documentazione relativa alle Parrocchie del territorio della Val d’Aveto da inoltrare alla Santa Sede, al competente Dicastero per i Vescovi, per la ridefinizione ufficiale dei confini.

Saranno necessari diversi mesi per espletare questa procedura e al momento è prematuro capire quali saranno i Presbiteri che serviranno quel territorio. Non sappiamo se i due attuali preti continueranno la loro attività in Val d’Aveto incardinandosi così nella nostra Diocesi. Ma aver condiviso questo intento è, di fatto, un passaggio imprescindibile per dare corpo ad un progetto che permetterà alla Val d’Aveto di essere ancora più vicina al territorio sociale ed ecclesiale del Tigullio.

don Luca Sardella
Portavoce della Diocesi

Si allega il testo dell’intervento tenuto questo pomeriggio dal Vescovo diocesano, mons. Giampio Devasini, in apertura del Consiglio Comunale di Chiavari a Palazzo Bianco.

Signor Sindaco, signori Assessori, signor Presidente del Consiglio comunale, signori Consiglieri,

grazie di cuore per l’invito che mi avete rivolto, per l’accoglienza che mi state riservando e per la possibilità che oggi mi offrite di dire una parola – e lo faccio molto volentieri – a riguardo di questa nostra bella città di Chiavari. Una bellezza fatta di storia, di cultura, di arte, di imprenditorialità, di ambiente naturale. Una bellezza che vive nei palazzi storici, nella cittadella, nelle strade, nei giardini, nelle scuole, nelle chiese, nei portici che rendono unica Chiavari, luogo di incontro, di relazione, di condivisione tra residenti e tra residenti e turisti.

Permettetemi però di soffermarmi anche su alcuni punti di debolezza che, con il concorso di tutti, possono, come la bellezza, diventare punti di forza.

La questione demografica: Chiavari e il Tigullio sono tra le aree con popolazione più anziana in Europa, il che determina oltre ad un appesantimento della spesa sanitaria e sociale, un rallentamento forte delle dinamiche di sviluppo e di crescita. E se è vero che la longevità è un bene, è anche vero però che gli anziani fanno fatica a pensare al futuro e sono naturalmente resistenti all’innovazione. In questo contesto di forte calo della natalità e di drammatico invecchiamento della popolazione (il cd inverno demografico), le politiche della famiglia diventano un imperativo assoluto. È vero che si tratta di interventi innanzitutto nazionali ma le cittadine del Tigullio e Chiavari in particolare dovrebbero adottare ogni misura atta a favorire la natalità e la crescita del numero dei nuclei familiari (politica delle sezioni primavera e delle scuole dell’infanzia con forti investimenti su questi servizi, sostegno alle donne lavoratrici, sostegni economici alle famiglie numerose, potenziamento delle convenzioni con le sezioni primavera e le scuole dell’infanzia non statali ecc.).

La questione scolastica: Chiavari ha una storia di capoluogo scolastico del Tigullio. La situazione delle strutture oggi è assai problematica. La funzione formativa a Chiavari resta l’ultima funzione pregiata della città e va presidiata e salvaguardata in ogni modo. Anche questo è terreno di collaborazione tra pubblico e privato. La bellissima idea della mensa per studenti ai Filippini è un esempio di come questa collaborazione possa essere proficua. Permettetemi ancora qualche breve considerazione sui giovani e sul rapporto giovani-anziani. Occorre, a questo riguardo, mettere in campo un patto generazionale che vada incontro ai nostri giovani, ne intercetti i sogni, le ambizioni, le aspettative, li coinvolga nei processi decisionali affinchè possano riprendere in mano il loro futuro senza essere costretti – come oggi succede – ad andarsene: insediamento nel nostro territorio di alcuni corsi, master da parte dell’Università di Genova; creazione delle condizioni per lo sviluppo dell’imprenditorialità giovanile e altre iniziative ancora potrebbero contenere la fuga. Ogni generazione ha bisogno di quella precedente, ciascuna ha le proprie risorse e tutte insieme aiutano a progredire. Papa Francesco afferma spesso che la salvezza degli anziani è dare ai giovani la memoria e quella dei giovani è prendere questi insegnamenti e portarli avanti nella profezia. Gli anziani sono dunque necessari, occorre pertanto creare un ambiente a loro favorevole. Ambiente favorevole nel senso di poter invecchiare in casa propria, di usufruire di un alloggio adeguato a prezzo equo, di potersi avvalere di trasporti accessibili. Devono essere create le condizioni affinché un anziano resti indipendente, sia inserito in una rete di contatti sociali, continui ad esser membro attivo della comunità.

La questione culturale: di tutte le città del comprensorio, Chiavari è certamente quella più dotata di istituzioni e strutture culturali. Società Economica, Palazzo Rocca, Wylab, una pluralità di associazioni che svolgono un’importante attività culturale in città e nel comprensorio, rappresentano un patrimonio da proteggere e valorizzare. Se si riuscirà – lo speriamo tutti – a riaprire il Teatro Cantero come struttura culturale polivalente, si disporrà di un insieme di strutture, tutte attorno a piazza Matteotti e cioè nel centro della città, utilissime per promuovere un turismo culturale e congressuale che può avere una grande importanza per l’economia e il lavoro. Le tradizionali attività commerciali sono in difficoltà anche a causa di internet e di Amazon e hanno bisogno di nuovi impulsi che potrebbero venire proprio da un rilancio del turismo culturale e congressuale. Anche lo sport potrebbe essere un volano turistico: ho saputo che a Chiavari ci sono ben 65 società sportive, alcune di grande livello, che potrebbero contribuire con le loro manifestazioni a rafforzare i flussi turistici.

La città è un progetto per vivere insieme. Questa è la sfida degli anni a venire: una città inclusiva e solidale (non mancano infatti le aree di povertà, di precarietà, di solitudine), che rispetta l’ambiente, aperta, capace di ricevere e di dare. Per vincere tale sfida occorre la collaborazione, la sinergia tra tutti i soggetti, pubblici e privati, della società civile. Anche la Chiesa, esperta in umanità, non mancherà di continuare a fare la propria parte in vista dello sviluppo del bene comune.

Signore e signori della politica e dell’amministrazione, ancora grazie e buon lavoro! Dio benedica!

Il Vescovo diocesano ha presieduto stamane in Cattedrale il funerale di mons. Mario Rollando.
Introducendo la liturgia ha detto: «Cari fratelli e sorelle, la fonte è Dio stesso, che si comunica all’uomo per dargli la vita. L’uomo non riesce a comprenderla razionalmente, ma l’assapora durante la notte della fede. La conosce anche se non è in grado di spiegarla. Di fatti non è necessario vedere l’acqua per portarla alla bocca. Per non morire di sete basta bere anche se ci si trova al buio. E così ha fatto il nostro caro don Mario: nella notte, si è abbeverato alla fonte della vita e, nella notte, ha accompagnato tanti fratelli e tante sorelle ad abbeverarsi a tale fonte. Ora per lui la notte è passata. Ora, «inseguitore inseguito» così dice di sé nel suo testamento spirituale, può finalmente contemplare, senza veli, il volto dell’Amato. E noi, pellegrini nel tempo, siamo qui per dirgli ancora una volta il nostro grazie e per custodirlo in questa Eucaristia di suffragio che iniziamo chiedendo il dono della conversione del cuore».
L’omelia è stata tenuta da mons. Calogero Marino, vescovo di Savona-Noli.

Si è spento nella serata di ieri monsignor Mario Rollando. Era ricoverato alla RSA di Chiavari da diversi giorni.

Nato a Vernazza il 7 febbraio 1936, era stato ordinato Presbitero il 5 giugno 1960. 

Canonico penitenziere della Cattedrale di Nostra Signora dell’Orto, dopo esserne stato per diversi anni Parroco prevosto, è stato Rettore del Seminario, Incaricato diocesano per la formazione spirituale, Assistente dell’Azione Cattolica e Giudice al Tribunale ecclesiastico interdiocesano della Liguria.

La salma di mons. Rollando sarà esposta domani, domenica 17 marzo, alle ore 11:00 nella Cappella maggiore del Seminario Vescovile.

La veglia di preghiera si terrà lunedì alle ore 21:00 nella Cattedrale di Nostra Signora dell’Orto.

Il funerale sarà celebrato martedì 19 marzo alle ore 10:30 sempre in Cattedrale e sarà presieduto dal Vescovo diocesano, mons. Giampio Devasini.

don Luca Sardella
Portavoce della Diocesi

«Papa Francesco ha avviato l’udienza con noi invitandoci a fare domande e a condividere tutte le nostre riflessioni, senza autocensure. Il tutto si è svolto in un clima franco e cordiale».

Così il Vescovo diocesano, monsignor Giampio Devasini, racconta l’incontro avuto stamane con il Santo Padre in Vaticano insieme agli altri Vescovi della Liguria, convenuti a Roma per la Visita “ad Limina Apostolorum”.

Un’ora e mezza di dialogo, dalle 10:50 alle 12:20, «strutturato in domande e risposte». 

«Il Papa ci ha chiesto di adoperarci per edificare una Chiesa gioiosa, una Chiesa che guidata dallo Spirito sa essere creativa – continua mons. Devasini -. Ci ha poi ricordato che il Vescovo deve praticare quattro vicinanze: con Dio, con i confratelli Vescovi, con i Presbiteri e con il santo popolo fedele di Dio».

Al termine dell’udienza spazio alla foto di gruppo e alla consegna ai singoli presuli di un medaglione raffigurante la Santa Famiglia, alcuni rosari e un libro.

Domani il programma prevede alle 7:15 la Celebrazione dell’Eucaristia nella Basilica di San Pietro, alle 9:15 la riunione al Dicastero per i Vescovi, alle 11:00 quella al Dicastero per la Dottrina della Fede e alle 12:15 al Dicastero per il Clero.

L’incontro tra i Vescovi della Conferenza Episcopale Ligure e Papa Francesco, questa mattina, ha segnato l’inizio della Visita “ad Limina Apostolorum”, l’appuntamento che si rinnova a distanza di dieci anni e che vede i presuli a Roma per un esercizio di comunione e di scambio di notizie sulla vita delle Chiese particolari da loro guidate.

La Visita “ad Limina” è stata preceduta in questi mesi da una laboriosa preparazione per rispondere ai ventitre quesiti della Santa Sede che puntavano a fornire uno spaccato a 360 gradi sulla situazione sociale e sulla comunità cristiana delle singole Diocesi della Liguria.

Nei prossimi giorni i Vescovi incontreranno i singoli Dicasteri vaticani, compiendo anche un vero e proprio pellegrinaggio per celebrare l’Eucaristia nelle quattro Basiliche papali di san Pietro, san Paolo fuori le mura, santa Maria Maggiore e san Giovanni in Laterano. Mercoledì, inizio della Quaresima, i presuli prenderanno parte alla Celebrazione nella Basilica di Santa Sabina all’Aventino.

La Visita “ad Limina” si concluderà venerdì.

Con la Celebrazione eucaristica presieduta a Genova nella Cattedrale di San Lorenzo dal Vescovo di Chiavari, mons. Giampio Devasini, si è inaugurato sabato 3 febbraio il nuovo Anno Giudiziario del Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano della Liguria.

Hanno concelebrato l’Arcivescovo metropolita di Genova, mons. Marco Tasca, il Vescovo di La Spezia-Sarzana-Brugnato, mons. Luigi Ernesto Palletti, e diversi Presbiteri.

Tra i Concelebranti anche mons. Mario Ostigoni, Vicario giudiziale della Diocesi di Chiavari e Vicario giudiziale aggiunto nel Tribunale regionale, e don Luca Sardella che nel corso della Celebrazione ha prestato giuramento all’avvio del suo nuovo incarico di Difensore del Vincolo aggiunto nello stesso Tribunale ecclesiastico della Liguria.

Presenti numerose Autorità civili e militari e il personale che lavora all’interno del Tribunale.

In allegato l’omelia di mons. Giampio Devasini

La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha indetto per domenica 18 febbraio (I di Quaresima) una colletta nazionale, da tenersi in tutte le chiese italiane, quale segno concreto di solidarietà e partecipazione di tutti i credenti ai bisogni, materiali e spirituali, delle popolazioni colpite dal conflitto in Terra Santa.

Le offerte raccolte, che potranno essere inviate direttamente a Caritas Italiana o consegnate con la causale “Colletta Terra Santa” alla nostra Caritas diocesana, renderanno possibile una progettazione unitaria degli interventi anche grazie al coordinamento con la rete delle Caritas internazionali impegnate sul campo.

«Caritas Italiana – spiega il direttore, don Marco Pagniello – è in costante contatto con la Chiesa locale: dopo aver sostenuto, nella fase iniziale dell’emergenza, gli interventi di Caritas Gerusalemme, continua a seguire l’evolversi della situazione, accompagnando le Chiese locali nell’organizzazione delle diverse iniziative per far fronte ai bisogni dei più poveri e favorire un clima di pace e riconciliazione».

Si allega l’omelia tenuta dal Vescovo diocesano, mons. Giampio Devasini, nel corso della Santa Messa per la festa di San Francesco di Sales, patrono dei Giornalisti. La Celebrazione si è tenuta mercoledì mattina nella Cappella maggiore del Seminario di Chiavari.

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Cari fratelli e sorelle,

ogni volta che celebriamo l’annuale memoria liturgica del vostro patrono, San Francesco di Sales, non possiamo non guardare all’esempio profondamente umano, e dunque cristiano, che questo Vescovo è stato capace di donare attraverso il suo stile di annuncio.

Una predicazione, la sua, che intrecciando pensiero e cuore era capace di sprigionare un particolare “calore”, tanto da rimanere impressa – quasi come potrebbe fare un marchio a fuoco – nella coscienza di chi ascoltava.

Del resto di “calore” della comunicazione parla anche Papa Francesco nel Messaggio per la 58.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali. 

Di fronte alla rivoluzione apportata dalle “intelligenze artificiali”, il Papa evidenzia l’aspetto di una comunicazione che sia davvero capace di sprigionare “calore”. E questo è possibile soltanto quando la comunicazione si impegna a comporre l’esigenza della narrazione dei fatti con il bene del singolo e della comunità. 

Dalla pagina di Vangelo che abbiamo ascoltato vorrei raccogliere alcune risonanze che possono accompagnare il vostro quotidiano lavoro a servizio di quel “calore” della comunicazione di cui abbiamo tanto bisogno.

Gesù sta riprendendo ad insegnare lungo il mare.

Comunicazione particolare, quella dell’insegnamento, perché orientata a “lasciare un segno”, come l’etimologia della parola suggerisce. E nella complessità del tempo che viviamo, siamo chiamati ad un supplemento di consapevolezza rispetto alla qualità dei segni che lasciamo.

Nel vostro quotidiano lavoro di cronisti, lasciare “segni” è parte integrante della vostra professione: lo fate attraverso le parole che scrivete o pronunciate, attraverso le immagini che mostrate.

Qual è la qualità di ciò che proponete?

Sono segni che “informano”, e dunque aiutano a formarci interiormente grazie alla riflessione culturale che viene generata, o “deformano” perché danno spazio a ciò che non fa crescere?

Dalla qualità dei “segni” che ogni giorno proponete a chi vi legge o vi ascolta o guarda le vostre immagini voi aiutate o meno a edificare la comunità umana secondo il “sogno” di Dio.

L’insegnamento di Gesù, poi, avviene con parabole. Un genere letterario particolarmente amato dal Signore, che in più occasioni prende a prestito delle immagini e delle situazioni della vita per indicare la presenza e l’azione del Regno di Dio.

La parabola di Gesù è capace di affascinare perché partendo dalla realtà della storia è capace di mostrare quel “di più” di bene e di vita che la attraversa.

Voi ogni giorno avete il compito di raccontare con fedeltà la realtà, in contesti comunicativi dove spesso a vincere è la mistificazione della verità di cui le fake-news sono emblema.

Rimanere fedeli alla verità della realtà è il più grande servizio che potete offrire alle nostre comunità. E questo domanda non solo di raccontare ciò che accade nei puntuali servizi di cronaca che proponete ogni giorno, ma di aiutarci a “vedere più in là”. 

Le parabole di Gesù, del resto, partivano dalla realtà e la aprivano ad un “oltre”. Così anche per voi: il racconto della realtà è chiamato ad aprirsi ad una lettura sapiente della storia.

Questo richiede tempo, dedizione, pazienza, ascolto, silenzio, riflessione. Ingredienti non scontati in un tempo sempre più accelerato che domanda anche a voi – alle prese con le poche risorse umane a disposizione – di chiudere velocemente le pagine di un giornale o i vari servizi televisivi.

Abbiate cura di non rinunciare a questo faticoso esercizio di discernimento. Gli ingredienti ora indicati sono parte integrante del vostro essere cronisti. Perché prima di essere offerta, ogni vostra parola, ogni vostra immagine sia sapientemente soppesata.

Ed è solo a partire da qui che la comunicazione quotidiana potrà ritrovare il suo più pieno calore. Quello che le “intelligenze artificiali” puntano ad imitare, ma che solo il cuore umano riesce realmente ad offrire.

Una Cattedrale gremita in ogni ordine di posto ha salutato questo pomeriggio il Vescovo emerito di Chiavari, Alberto Tanasini, scomparso mercoledì mattina.

A presiedere la Messa esequiale l’Arcivescovo metropolita di Genova, mons. Marco Tasca, alla quale ha assistito il cardinale Angelo Bagnasco, vescovo emerito di Genova. Hanno concelebrato tutti i Vescovi della Conferenza Episcopale Ligure: il Vescovo diocesano mons. Giampio Devasini, mons. Luigi Ernesto Palletti (La Spezia-Sarzana-Brugnato), mons. Calogero Marino (Savona-Noli), mons. Guglielmo Borghetti (Albenga-Imperia), mons. Antonio Suetta (Ventimiglia-Sanremo), mons. Guido Marini (Tortona). Insieme a loro l’Arcivescovo Eugenio Sbarbaro e mons. Corrado Sanguineti (vescovo di Pavia) originari della Diocesi chiavarese, mons. Mario Vaccari, vescovo di Massa Carrara-Pontremoli, mons. Alberto Maria Careggio, vescovo emerito di Ventimiglia-Sanremo e predecessore di Tanasini alla guida della nostra Diocesi, mons. Vittorio Lupi, vescovo emerito di Savona-Noli. Molti i presbiteri del clero di Chiavari e di Genova.

«Mi sembra che il segreto dei giorni del vescovo Alberto, il cuore della sua vita, alla fine, sia qui: è stato un uomo proteso, con tutta la sua esistenza, al Signore, da lui amato, servito, appunto atteso – ha detto il Vescovo Giampio Devasini nell’omelia -. Sì, il vescovo Alberto ha avuto tanti impegni, ha svolto molti servizi, ma era un uomo scrupoloso, non soltanto in ciò che faceva, ma anche nel custodire il suo silenzio, anche nel non permettere che il vorticoso succedersi degli eventi gli togliesse il tempo della preghiera. Ha atteso il Signore, è stato desto, è stato sveglio fino alla fine con le sue capacità e con i suoi limiti, con le sue grandezze e con le sue mancanze, come capita a tutti noi».

«Ha vissuto desto, cercando di praticare e di far praticare alla Chiesa di Genova prima e alla Chiesa di Chiavari il discernimento su dove venga oggi il Signore e il Regno di Dio, soprattutto in quel gesto con cui i cristiani dicono la loro attesa della venuta del Signore Gesù che è l’annuncio del Vangelo, nel tempo opportuno e nel tempo non opportuno, quando le cose vanno bene e quando le cose non vanno bene – ha continuato Devasini -. Caro Vescovo Alberto, la bella Chiesa che è in Chiavari – Chiesa che hai teneramente e intensamente amato, Chiesa di cui hai sempre parlato con umile fierezza – si congeda ora da te ringraziandoti per la tua paternità: una paternità che ha favorito la comunione ecclesiale e la fraternità tra i presbiteri; una paternità attenta all’uomo là dove si svolge la sua vita quotidiana; una paternità vissuta all’insegna della pazienza e di una fedeltà instancabile ancorché fortemente messa alla prova dalle tue fragilità fisiche; una paternità contrassegnata da sobrietà e discrezione. Caro Vescovo Alberto, per te la notte è passata ed è sorto lo splendore di un incontro. E non con un Dio ladro di vita ma con un Dio che si fa servo dei suoi servi, che si china davanti all’uomo e lo onora, che allieta e nutre la vita, un Dio amante della vita, della vita che per lui, con lui e in lui non conosce tramonto».

Al termine si è data lettura dei messaggi di cordoglio inviati da Papa Francesco e dal Segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, mons. Giuseppe Baturi, a nome del cardinale Presidente Matteo Maria Zuppi.

E’ seguita la tumulazione in forma privata nella cripta dei Vescovi.

Continua ininterrotto da ieri mattina il flusso di fedeli nella Cattedrale di Nostra Signora dell’Orto per fare visita e pregare davanti alla salma del Vescovo emerito, mons. Alberto Tanasini, scomparso mercoledì mattina.

Questo pomeriggio alle 15:30 il funerale sarà presieduto dall’Arcivescovo metropolita di Genova, mons. Marco Tasca. Assisterà alla Celebrazione il cardinale Angelo Bagnasco, vescovo emerito di Genova.

Diversi i presuli che hanno confermato la loro partecipazione: mons. Calogero Marino (vescovo di Savona-Noli e per lungo tempo Vicario generale della Diocesi chiavarese), mons. Corrado Sanguineti (vescovo di Pavia e suo tempo Pro-Vicario generale della nostra Diocesi), mons. Luigi Ernesto Palletti (vescovo di La Spezia-Sarzana-Brugnato, che sostituì mons. Tanasini come Ausiliare di Genova), mons. Guido Marini (vescovo di Tortona), mons. Mario Vaccari (vescovo di Massa Carrara-Pontremoli), mons. Vittorio Lupi (vescovo emerito di Savona-Noli), mons. Martino Canessa (vescovo emerito di Tortona).

A tenere l’omelia sarà il Vescovo diocesano, mons. Giampio Devasini.

Si è spento questa mattina alle 4:00 mons. Alberto Tanasini.

Il Vescovo emerito di Chiavari era ricoverato nel reparto di rianimazione dell’Ospedale di Lavagna.

La salma di mons. Tanasini sarà esposta domani mattina, giovedì 25 gennaio, alle ore 8:00 nella Cattedrale di Nostra Signora dell’Orto. Le Sante Messe di domani (8:30-10:30-18:00) e di venerdì (8:30-10:30) saranno celebrate in suo suffragio. 

La Chiesa Cattedrale rimarrà aperta per tutta la giornata di domani per consentire la visita e la preghiera dei fedeli. Rimarrà aperta anche venerdì sino alle ore 12:00.

Il Rosario sarà pregato domani sera, giovedì 25 gennaio, alle ore 21:00 in Cattedrale. Il funerale sarà celebrato venerdì pomeriggio, 26 gennaio, alle ore 15:30 e sarà presieduto dall’Arcivescovo metropolita di Genova, monsignor Marco Tasca.

La tumulazione avverrà in forma privata nella cripta dei Vescovi.

Nato a Ravenna il 6 agosto 1945, del clero di Genova, mons. Tanasini era stato ordinato Presbitero il 1 marzo 1969. Eletto alla Chiesa titolare di Suelli il 2 luglio 1996, consacrato il 14 settembre 1996, è stato Vescovo ausiliare di Genova sino al trasferimento a Chiavari il 16 maggio 2004. Ha guidato la nostra Diocesi sino al 10 aprile 2021.

don Luca Sardella
Portavoce della Diocesi

Si è conclusa oggi la tradizionale Tre-giorni del Clero che da lunedì ha visto riuniti a Varigotti diversi sacerdoti della Diocesi per l’annuale appuntamento di formazione e fraternità.

I Presbiteri partecipanti hanno avuto modo di riflettere e confrontarsi sul tema: “Fiducia, vulnerabilità e forme di abuso”.

A guidare i lavori il biblista don Matteo Crimella, Anna Deodato, membro del Servizio nazionale per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili della Cei, e don Enrico Parolari, prete della diocesi di Milano e psicoterapeuta.

«Si configura un abuso – ha detto don Parolari – quando si verifica una manipolazione della coscienza e una costrizione arbitraria della libertà personale, sino al punto di ledere, distorcere e annullare nella vittima il suo rapporto con Dio, i suoi convincimenti più profondi, arrivando a coinvolgere e ridurre la sua capacita di autodeterminazione vitale». C’è stato spazio tra i Presbiteri per interrogarsi e conoscere questo fenomeno, così da porre passi consapevoli nell’esercizio del proprio ministero.

Presente a Varigotti il Vescovo diocesano, mons. Giampio Devasini, che ha condiviso il clima di amicizia e fraternità che sempre scandisce questo appuntamento.

Tradizionale incontro pre-natalizio questa mattina in Curia tra il Vescovo diocesano, mons. Giampio Devasini, e i Sindaci del Tigullio per lo scambio degli auguri.

Gratitudine da parte dei primi cittadini del territorio per l’opportunità di ritrovarsi insieme per uno sguardo ampio e complessivo sul comprensorio, sulle sue fatiche ma anche sulle sue potenzialità.

Il dialogo è stato avviato da una serie di temi che il Vescovo ha offerto alla riflessione di tutti. Dall’incremento delle persone che vivono in stato di povertà all’emergenza abitativa, dalla disoccupazione al sostegno delle giovani generazioni.

Ogni sindaco ha avuto modo di condividere le difficoltà che si incontrano quotidianamente nella cura del bene comune e la relativa fatica nel fare programmazione, individuando però nel “fare rete” la possibilità di affrontare sinergicamente le sfide con uno sguardo comune.

Cena pre natalizia per la Consulta diocesana di Pastorale Giovanile. Un’occasione per fare festa e dirsi la reciproca gratitudine per il servizio svolto insieme a favore dei giovani di tutta la Diocesi. «Un bel momento di fraternità che aiuta a cementare il legame tra noi per essere sempre di più un gruppo a servizio di tutti» dice Maria Giulia Crispino, Vice direttrice del Servizio diocesano di Pastorale giovanile.

Fragilità negli adolescenti, ma anche incertezza negli adulti.

La sfida delle scuole per accompagnare i ragazzi e le ragazze a crescere con responsabilità è aperta. La Diocesi ha il desiderio di porsi al fianco delle istituzioni per condividere progetti e iniziative che supportino uno sguardo educativo che favorisca studenti, genitori e insegnanti.

Questo aspetto, insieme ad altri, è stato al centro dell’incontro che si è svolto stamane nel Seminario di Chiavari tra il Vescovo diocesano, monsignor Giampio Devasini, e i dirigenti scolastici del territorio. Un’iniziativa organizzata insieme alla Rete Merani, realtà che coordina le scuole del Tigullio e del Golfo Paradiso. 

«Al di là delle analisi – ha detto il Vescovo – è importante incontrarsi e condividere delle proposte che aiutino a incontrare i ragazzi per offrirgli esperienze significative e confrontarsi con gli adulti perché non si sentano soli nelle difficoltà che incontrano».

La Diocesi, che già ha all’attivo esperienze di collaborazioni con le scuole, ha offerto ulteriore disponibilità sia di idee che di spazi per promuovere nuovi percorsi.

«E’ stata un’occasione significativa – ha detto al termine Catenina Balli, dirigente scolastica, coordinatrice della Rete Merani – soprattutto per guardare alle iniziative buone che già sono presenti sul territorio, nell’ottica di crescere nel fare rete e nel mettere in gioco impegno e creatività. Ogni giorno vediamo che le problematiche aumentano, ma se si affrontano insieme intravediamo la possibilità di non rimanere bloccati nell’emergenza». Dai dirigenti l’impegno a far scoprire agli studenti «che a scuola non si viene solo per sé stessi. Occorre investire sulla bellezza del tempo dedicato agli altri, a partire dal compagno più in difficoltà fino ad iniziative di volontariato».

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Francesco Basso ordinato Diacono

Il seminarista Francesco Basso è stato ordinato Diacono dal Vescovo diocesano questo pomeriggio nella Cattedrale di Chiavari. Pubblichiamo il testo dell’omelia pronunciata da mons. Giampio Devasini.

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Cari fratelli e sorelle,​

oggi da questa assemblea si leva a Dio un duplice grazie. Un primo grazie è per averci donato Maria, Madre di Gesù e Madre nostra; un secondo grazie è per l’ordinazione diaconale del nostro Francesco.

Caro Francesco, tra poco sarai conformato a Gesù che non è venuto in questo mondo per essere servito ma per servire; diventerai sacramento, segno efficace della sua presenza in mezzo al santo popolo fedele di Dio. Sarai servo dell’annuncio della Parola, servo dell’amore da condividere con i fratelli e le sorelle, servo del culto da rendere a Dio.

Servo dell’annuncio del Vangelo e cioè dell’amore di Dio manifestatosi pienamente in Gesù così che nessuno si senta escluso da questo amore che mette/rimette in piedi le persone, guarisce l’umana esistenza liberandola dalla deriva del non senso, dona conforto, speranza e gioia di vivere. E sappiamo tutti bene che l’annuncio del Vangelo è tanto più credibile quanto più il Vangelo permea mente, cuore, mani e piedi di chi l’annuncia. Sì, anche i piedi: quanta strada percorre Gesù nei Vangeli! E quanto ci dice questo camminare! Essere Chiesa di Gesù, essere alla sequela di Gesù cos’altro può voler dire se non questo? Uscire, con Gesù e al modo di Gesù, per incontrare le donne e gli uomini che abitano le nostre città e i nostri paesi; uscire, con Gesù e al modo di Gesù, per essere aiutati a liberarci da schemi mentali sclerotizzati che ci tengono prigionieri impedendoci di essere uomini e donne di comunione; uscire, con Gesù e al modo di Gesù, per non addormentarci nelle nostre comodità o nei nostri riti.

Al servizio del Vangelo è strettamente – direi di più: costitutivamente – legato il servizio dell’amore da condividere con i fratelli e le sorelle e particolarmente con i poveri, nell’accezione più ampia possibile del termine. Poveri e Vangelo devono stare insieme perché i poveri non sono una categoria sociale, sono sacramento di Cristo, segno efficace della sua presenza. Sono la carne di Gesù che dobbiamo abbracciare ed accarezzare. Poveri e Vangelo devono stare insieme perchè sono i poveri ad evangelizzarci in quanto ci permettono di riconoscere, attraverso le tante sfaccettature della loro condizione e della loro vita, i tratti più autentici del volto del Padre che è nei cieli. Quando e come inizia il cammino di conversione di Francesco d’Assisi? È lui stesso a dircelo nel suo Testamento: «Il Signore dette a me, frate Francesco, di incominciare a fare penitenza così: quando ero nei peccati mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d’animo e di corpo». Poveri e Vangelo devono stare insieme perché è quanto facciamo per i poveri che dà autorevolezza e forza all’annuncio della buona notizia dell’amore di Dio. Poveri e Vangelo devono stare insieme perché i poveri sono miei fratelli, sono mie sorelle in quanto figli e figlie dell’unico Padre che è nei cieli. Prendersi cura dei poveri comporta anche la disponibilità a fare la propria parte contro quelle strutture di peccato che creano nella società la cultura dello scarto, dell’esclusione, che privano la persona della sua dignità. 

Infine, il servizio dell’altare: assistere il vescovo e i presbiteri soprattutto quando presiedono l’Eucaristia. «L’Eucaristia […] guarisce la nostra memoria chiusa. Le ferite che ci teniamo dentro non creano problemi solo a noi, ma anche agli altri. Ci rendono paurosi e sospettosi: all’inizio chiusi, alla lunga cinici e indifferenti. Ci portano a reagire nei confronti degli altri con distacco e arroganza, illudendoci che in questo modo possiamo controllare le situazioni. Ma è un inganno: solo l’amore guarisce alla radice la paura e libera dalle chiusure che imprigionano. Così fa Gesù, venendoci incontro con dolcezza, nella disarmante fragilità dell’Ostia; così fa Gesù, Pane spezzato per rompere i gusci dei nostri egoismi; così fa Gesù, che si dona per dirci che solo aprendoci ci liberiamo dai blocchi interiori, dalle paralisi del cuore. Il Signore, offrendosi a noi semplice come il pane, ci invita anche a non sprecare la vita inseguendo mille cose inutili che creano dipendenze e lasciano il vuoto dentro. L’Eucaristia spegne in noi la fame di cose e accende il desiderio di servire. Ci rialza dalla nostra comoda sedentarietà, ci ricorda che non siamo solo bocche da sfamare, ma siamo anche le sue mani per sfamare il prossimo. È urgente ora prenderci cura di chi ha fame di cibo e dignità, di chi non lavora e fatica ad andare avanti. E farlo in modo concreto, come concreto è il Pane che Gesù ci dà. Serve una vicinanza reale, servono vere e proprie catene di solidarietà. Gesù nell’Eucaristia si fa vicino a noi: non lasciamo solo chi ci sta vicino!» (Papa Francesco, 14 giugno 2020).

Caro Francesco, concorri a generare non una Chiesa avulsa dal reale, corrispondente ai tuoi gusti e alle tue idee ma una Chiesa che vive nel tempo, mantenendo salda la speranza e attendendo i cieli nuovi e la terra nuova. Concorri a generare non una Chiesa dormiente, che adora le ceneri, paga della sua storia e delle sue tradizioni, ma una Chiesa dinamica, che custodisce il fuoco, si interroga, scruta i segni dei tempi e si lascia convertire continuamente per essere fedele al mandato del suo Signore. Concorri a generare non una Chiesa che distribuisce sempre e soltanto certezze dottrinali e orientamenti morali ma una Chiesa che innanzitutto ascolta, che sa anche suscitare e custodire domande, cosciente di camminare nella notte pellegrina verso la luce. Concorri a generare non una Chiesa che condanna ed esclude, una Chiesa-dogana ma una Chiesa che accoglie, abbraccia, accarezza. 

Caro Francesco, Maria SS.ma ti accompagni aiutandoti a vivere una sempre più profonda relazione con Gesù e, con lui e come lui, a donare la tua vita agli altri perchègli altri abbiano vita. 

Cari fratelli e sorelli permettetemi di concludere questa riflessione con una preghiera a Maria composta dal grande don Tonino Bello:

«Santa Maria, fa’ che il Vangelo diventi la norma ispiratrice di ogni nostra scelta quotidiana. Preservaci dalla tentazione di praticare sconti sulle sue esigenti richieste. Rendici capaci di obbedienze gaudiose. E metti, finalmente, le ali ai nostri piedi perché alla Parola possiamo rendere il servizio missionario dell’annuncio, fino agli estremi confini della terra. Santa Maria, serva del mondo, che, subito dopo esserti dichiarata ancella di Dio, sei corsa a farti ancella di Elisabetta, conferisci ai nostri passi la fretta premurosa con cui tu raggiungesti la città di Giuda, simbolo di quel mondo di fronte al quale la Chiesa è chiamata a cingersi il grembiule. Restituisci cadenze di gratuità al nostro servizio così spesso contaminato dalle scorie dell’asservimento. E fa’ che le ombre del potere non si allunghino mai sui nostri offertori.

Tu che hai sperimentato le tribolazioni dei poveri, aiutaci a mettere a loro disposizione la nostra vita, con i gesti discreti del silenzio e non con gli spot pubblicitari del protagonismo. Rendici consapevoli che, sotto le mentite spoglie degli affaticati e degli oppressi, si nasconde il Re. Apri il nostro cuore alle sofferenze dei fratelli. E perché possiamo essere pronti a intuirne le necessità, donaci occhi gonfi di tenerezza e di speranza.

Gli occhi che avesti tu, quel giorno. A Cana di Galilea». Amen.

Pubblichiamo l’omelia pronunciata questa sera dal Vescovo Devasini nel corso della Veglia dell’Immacolata nella Basilica dei Santi Gervasio e Protasio di Rapallo.

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«Ecco Dio è la mia salvezza» (Is 12, 2)

«Il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore» (Lc 1, 47)

Cari fratelli e sorelle, la salvezza della nostra vita dalla deriva del non senso, dell’inconsistenza, della disperazione si compie accogliendo l’amore di Dio, l’amore preveniente, gratuito, incondizionato, smisurato di Dio. Questo amore però non è sempre evidente: per esempio non lo è quando mi accade di vivere esperienze particolarmente dolorose…..magari col tempo riuscirò anche a leggerle – per usare le parole di Peter Cameron – come «un dono crudele,  ma pur sempre un dono» perché mi hanno aiutato a capire tante cose, a dare una certa direzione alla mia vita, a non essere superficiale…..ma non è detto che questo avvenga, non è automatico. Oggi ho inaugurato a Cicagna l’abete “Natalino” che ha dato volto concreto ad un racconto di Vladimiro, un ragazzo di 32 anni affetto da sla: completamente immobile, tracheostomizzato, nutrito attraverso la peg e disperatamente attaccato alla vita. L’ho conosciuto in occasione del pellegrinaggio a Lourdes dell’agosto scorso e poi, con don Marco Gattorna, l’ho incontrato altre volte: confessare l’amore di Dio nella sua condizione è terribilmente difficile per lui ma anche per me. Dagli incontri con lui – il cui mondo interiore si sta affinando fino a raggiungere vette altissime – esco sempre commosso e arricchito ma anche con tante domande che non trovano risposta. Ecco, penso che credere sia anche questo: confessare l’amore di Dio quando quest’amore non è affatto evidente. Il credente non è uno che avanza nella serena luminosità del giorno ma è uno che cammina nella notte, pellegrino verso la luce. La fede non è possesso, garanzia, sicurezza. La fede è resa, consegna, abbandono. «Credo, Signore, aiuta la mia incredulità» (Mc 9, 24).

La salvezza della nostra vita dalla deriva del non senso, dell’inconsistenza, della disperazione si compie accogliendo l’amore di Dio, l’amore preveniente, gratuito, incondizionato, smisurato di Dio. E quest’accoglienza ha i tratti dell’autenticità solo quando, con il mio cuore, dilatato da questo amore, vado, con Dio e come Dio, verso gli altri, metto la mia esistenza a servizio degli altri, dono la mia vita agli altri perché gli altri abbiano vita. Gesù ci ha insegnato che il credente non è colui che obbedisce a Dio osservando le sue leggi ma è colui che assomiglia al Padre che è nei cieli perché pratica un amore simile al suo. E lo può praticare perché è abitato dall’amore di Dio come ci ricorda l’apostolo Paolo: «L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rm 5, 5). «Credo, Signore, aiuta la mia incredulità» (Mc 9, 24).

Caro Francesco, con te e per te preghiamo perchè tu possa tenere sempre lo sguardo fisso su Gesù, sul suo esempio luminoso, sulla radicalità e totalità della sua intrepida dedizione e così avrai la forza di servire i fratelli e le sorelle “a modo di Gesù”. Caro Francesco, con te preghiamo perché, sul tuo esempio, altri giovani, accogliendo la chiamata di Dio, decidano di dedicarsi totalmente a Lui nel servizio dei fratelli e delle sorelle. 

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Chiusura natalizia degli Uffici di Curia

Si avvisa che la Curia osserverà questi giorni di chiusura:
•⁠ ⁠sabato 9 dicembre
•⁠ ⁠da mercoledì 27 a sabato 30 dicembre

L’attività riprenderà regolarmente martedì 2 gennaio 2024.

Nel suo cammino verso il Presbiterato, nella Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria il seminarista Francesco Basso verrà ordinato Diacono per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria del Vescovo diocesano mons. Giampio Devasini.

La Celebrazione, venerdì 8 dicembre, si svolgerà nella Cattedrale di Nostra Signora dell’Orto alle ore 18:00.

Nato a Genova il 6 marzo 1991, Francesco appartiene alla comunità parrocchiale dei Santi Gervasio e Protasio di Rapallo. Qui vive sin da giovanissimo il suo servizio come catechista e animatore. Laureato in Servizio Sociale all’Università di Genova, ha lavorato come Assistente sociale presso il Comune di Rapallo in diverse aree.

Entrato in Seminario nel settembre 2018, in questi anni ha prestato servizio pastorale nella Parrocchia dei Santi Gervasio e Protasio di Rapallo, in quella di San Bartolomeo della Ginestra a Sestri Levante e a San Pietro di Riva Trigoso.

Da due anni sta svolgendo servizio nelle Parrocchie di Leivi e Camposasco, nei gruppi giovani della Parrocchia di Sampierdicanne, nella Consulta diocesana di Pastorale giovanile, nella Casa circondariale di Chiavari e nel Centro di ascolto Caritas chiavarese.

L’appuntamento di venerdì sarà preceduto, come tradizione, da una Veglia di Preghiera curata dal Seminario diocesano che quest’anno si svolgerà a Rapallo domani, giovedì 7 dicembre, alle ore 21:00 nella Basilica dei Santi Gervasio e Protasio.

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Diocesi Notizia

Nomine

Il Vescovo diocesano, mons. Giampio Devasini, ha nominato Mattia Annovazzi e Maria Giulia Crispino nuovi Vice Direttori dell’Ufficio diocesano per la Pastorale giovanile.

Mattia Annovazzi, nato a Genova il 28 ottobre 1996, è ingegnere civile e appartiene alla Parrocchia di San Giuseppe dei Piani di Ri a Chiavari.

Maria Giulia Crispino, nata a Genova il 31 marzo 2003, è studentessa di Tecniche di laboratorio biomedico all’Università di Genova. Appartiene alla Comunità parrocchiale di Santo Stefano del Ponte a Sestri Levante.

Entrambi condividono il servizio educativo nelle rispettive parrocchie, nella Consulta di Pastorale giovanile e nell’Equipe giovani dell’Azione Cattolica diocesana.

Il Vescovo ha anche nominato Luca Pani nuovo Vice Direttore dell’Ufficio per la Pastorale della Scuola e dell’università e dell’Ufficio per l’Insegnamento della religione cattolica.

Nato a Lavagna il 1° maggio 1972, Pani è Docente di ruolo di Religione cattolica alla Scuola primaria di Lavagna.

don Luca Sardella
Direttore Ufficio per le Comunicazioni sociali
Portavoce della Diocesi

La comunità diocesana celebra in comunione con tutta la Chiesa la settima Giornata Mondiale dei Poveri. Domenica a San Bartolomeo della Ginestra a Sestri Levante il pranzo aperto alle persone sole e senza dimora alle 12:15. Nelle celebrazioni eucaristiche la Caritas invita a fare un tempo di sosta nel quale rispondere alla domanda: “Quali sono le povertà che vedo intorno a me in questo tempo?”. Diffuso anche un pieghevole che riassume tutti i riferimenti essenziali dei servizi offerti dalla Caritas.

In allegato il Messaggio di Papa Francesco per la Giornata.

Pubblichiamo l’omelia tenuta questa sera dal Vescovo diocesano, mons. Giampio Devasini, nel corso della Consegna del mandato ai Catechisti per l’Anno pastorale 2023/2024

Cari fratelli e sorelle, se vogliamo capire la natura della Chiesa, i motivi per cui esiste, lo scopo della sua vita, è utile andare alle origini. E troviamo subito una sorpresa: la Chiesa nasce sulle rive di un lago: il lago di Galilea. C’è da meravigliarsi che la Chiesa non nasca in un luogo sacro, che Gesù non abbia chiamato i primi apostoli dal Tempio di Gerusalemme, che non sia andato a cercarli in una sinagoga. Evidentemente Gesù non vuole far nascere la Chiesa dentro a una campana di vetro, non intende proteggerla dal mondo profano o dalla strada, ma desidera che sia un gruppo di gente normale, immersa nella realtà comune. Non solo Gesù evita di radunare i primi discepoli in un luogo speciale, ma neppure cerca un tempo speciale: li chiama mentre stanno lavorando, non mentre stanno pregando; i primi due «gettavano le reti in mare» e gli altri due «riparavano le loro reti». La Chiesa che Gesù raduna è una Chiesa del quotidiano, una chiesa del tempo ordinario.

Ma chiama per fare cosa? Per mettersi in cammino: «Venite dietro a me», è la sua proposta. Si sarebbero forse aspettati, da un rabbino dell’epoca, un invito diverso: “Venite e sedetevi”, per prendere appunti; oppure: “Venite e ripetete” per imparare a memoria una dottrina. Invece li invita a mettersi in moto. E i quattro, come faranno tanti altri, cominciano a camminare dietro a Gesù. La Chiesa da lui voluta non sta ad aspettare che gli altri arrivino; è una Chiesa in movimento, una Chiesa «in uscita» come dice papa Francesco. I cristiani sono dei peccatori che hanno l’umiltà di mettersi in cammino, non sono dei santi già arrivati al traguardo. Questo cammino ha una meta, non è un girovagare a caso. La meta dei discepoli è diventare «pescatori di uomini». Gesù rispetta l’umanità dei suoi apostoli e non chiede loro in quel momento di diventare pastori, operai, agricoltori – immagini che userà più avanti – ma di rimanere pescatori, di essere se stessi, di conservare la loro umanità. Però la eleva: non più pescatori di pesci, ma di uomini; la loro vita non sarà più spesa unicamente per sfamare le loro famiglie, ma per sfamare le folle. Le loro reti d’ora in avanti saranno gettate non più solo nel mare di Galilea, ma in quel mare così profondo e misterioso che è il cuore umano. 

Occorrono anche oggi dei cristiani che siano pescatori di uomini, che gettino reti. In un clima spesso faticoso e sofferente, povero di risorse e di fiducia, ferito e amareggiato, i cristiani sono invitati da Gesù a gettare reti di speranza e di tenerezza. Ci sono già tanti giudici spietati nel mondo, perché anche i cristiani si mettano a puntare il dito; e infatti Gesù non ha immaginato la Chiesa come un tribunale. Ci sono già tante persone occupate a classificare gli altri, a registrarli come buoni o cattivi, perché anche i cristiani si mettano a fare i contabili dei peccati altrui; e infatti Gesù non ha immaginato la Chiesa come l’ufficio dell’anagrafe e o del catasto. L’ha immaginata come una rete d’amore e di speranza, una comunità capace di costruire relazioni che diano vita. Una rete dove la gente non rimanga impigliata controvoglia, imbrigliata e bloccata, ma si senta legata agli altri, sperimenti la gioia dell’amicizia con Dio e i fratelli, vinca la solitudine interiore e provi il bisogno di interessarsi di coloro che vivono nella necessità. Il cuore umano è un mare spesso in tempesta, dentro al quale però, si trovano ricchezze inaspettate. 

Gesù ha chiamato i discepoli perché gettino le reti in questo mare, tirandovi fuori i tesori della speranza e della solidarietà, spesso purtroppo sepolti nei fondali dell’egoismo, dell’indifferenza e della solitudine.

Cari fratelli e sorelle, alla luce del brano di Vangelo proclamato stasera chi è il catechista?

Il catechista è una persona non bigotta, non bacia pile, non clericale; il catechista è una persona che non partecipa alla vita della comunità parrocchiale perché lo stare in famiglia le è pesante o per altre ragioni poco trasparenti: per favore prendiamoci cura in altro modo delle persone esistenzialmente frustrate. 

Il catechista è una persona impegnata a crescere nella relazione di amicizia, di comunione con Gesù e a lasciarsi orientare – nella vita ordinaria, nella vita di ogni giorno – dalla sua parola e dai suoi esempi.  

Il catechista è una persona che sente il desiderio e l’urgenza di condividere la gioia che per lei scaturisce dall’incontro con Gesù e che quindi sa trovare, con intelligenza, creatività e pazienza, le vie per praticare tale condivisone.

Il catechista è una persona accogliente che si impegna a comprendere i bambini/i ragazzi e loro famiglie eventualmente multicolori, a lasciarsi toccare dai loro vissuti, valorizzando il tanto di buono che sicuramente li abita, senza mai giudicare, senza mai incasellare né gli uni nè le altre.

Il catechista è una persona che, prima ancora che trasmettere una dottrina (che va trasmessa, certo), getta reti d’amore, di speranza, di tenerezza, di solidarietà; il catechista è cioè una persona che promuove relazioni capaci di donare vita, che aiuta a sperimentare la gioia dello stare insieme, la gioia del vivere non solo per se stessi. 

Cari fratelli e sorelle: con voi e per voi preghiamo perché possiate sempre essere catechisti/e secondo il cuore di Gesù. Buon cammino. 

È pronto il programma della Peregrinatio Mariae della statua della Madonna di Lourdes nella nostra Diocesi, promossa a livello nazionale dall’Unitalsi. 

L’immagine mariana arriverà a Chiavari domenica 3 dicembre alle 20:45 e sarà accolta sul sagrato della Cattedrale di Nostra Signora dell’Orto alle 20:45 dal Vescovo diocesano, mons. Giampio Devasini, alla presenza delle Autorità civili e militari. Seguirà la Celebrazione della Parola nella Giornata dei ministeri e delle cantorie, quindi l’Adorazione Eucaristica per tutta la notte. 

Lunedì 4 dicembre, dopo la Santa Messa presieduta dal Vescovo alle 6:30 e il saluto a Maria alle 8:30, la Peregrinatio toccherà nell’arco della giornata diversi punti del territorio diocesano: il carcere di Chiavari, l’ospedale di Lavagna, il Santuario di Nostra Signora dei Miracoli di Cicagna, i Pii Istituti riuniti di Santa Margherita Ligure. Alle 18:00 nella Basilica dei Santi Gervasio e Protasio di Rapallo il Vescovo emerito di Chiavari, mons. Alberto Tanasini, celebrerà l’Eucaristia. In serata si farà tappa nella Parrocchia di San Michele a Casarza Ligure.

Martedì 5 dicembre nella Parrocchia di Sant’Antonio di Sestri Levante la Celebrazione eucaristica conclusiva presieduta dal Vescovo Devasini alle ore 7:00.

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Rinunce e nomine

Il Vescovo diocesano, mons. Giampio Devasini, ha nominato in data odierna tre nuovi membri del Consiglio Pastorale diocesano.

Si tratta di frate Gianfranco Iacopi OFM Capp., in servizio al Convento dei Cappuccini di Chiavari, della signora Emanuela Castello e del signor Gianni Ferretti.

Il Consiglio Pastorale diocesano è l’organismo consultivo, composto soprattutto da laici e guidato dal Vescovo, che ha il compito di studiare, valutare e proporre conclusioni operative per quanto riguarda le attività pastorali della Diocesi.

Rimarranno in carica sino al termine del mandato del Consiglio stesso previsto nel dicembre 2026.

don Luca Sardella
Direttore Ufficio per le Comunicazioni sociali
Portavoce della Diocesi

A questo link le omelie tenute da mons. Giampio Devasini in occasione della Solennità di Tutti i Santi.

A questo link l’omelia nel giorno della Commemorazione di tutti i fedeli defunti.

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Chiusura Uffici di Curia

Gli Uffici della Curia vescovile rimarranno chiusi da giovedì 2 a sabato 5 novembre. La riapertura sarà lunedì 6 novembre.

Cari fratelli e sorelle, 

tutti gli aggettivi possibili per dire delle disumane atrocità causate dai signori della guerra medio orientale, tutti gli aggettivi possibili sono stati spesi. Di fronte a strategie di potere che ci sfuggono e di cui però vediamo i devastanti effetti, siamo chiamati, come credenti, a non lasciarci paralizzare dal senso di impotenza che inevitabilmente ci prende ma a reagire con l’unica arma a nostra disposizione: l’arma della preghiera. Sì, ancora una volta, in questa veglia, vogliamo chiedere al Padre comune che è nei cieli, che tutti i soggetti coinvolti nel conflitto si lascino finalmente ferire la mente e il cuore dall’immane sofferenza causata dalle loro azioni e, riconoscendosi fratelli tutti, si impegnino a percorrere le vie del dialogo per trovare soluzioni di pace giuste e durature. E perché questa nostra invocazione al Padre comune sia autentica è indispensabile che ciascuno/a di noi si impegni ad eliminare dalle proprie relazioni quotidiane ogni sentimento e azione di divisione, di non perdono, di odio, di violenza, di sopraffazione.Cari fratelli e sorelle, il cammino di preghiera – di cui questa veglia è una tappa – continui con fiducia nei giorni che verranno fino a che sorga, in medio oriente come in ogni altro angolo della terra impregnato del sangue di guerre fratricide,  l’alba radiosa della pace.

Farà tappa nella nostra Diocesi i prossimi 3, 4 e 5 dicembre la Peregrinatio Mariae della statua della Madonna di Lourdes promossa a livello nazionale dall’Unitalsi.

Il viaggio tra le Diocesi italiane è iniziato in Campania a fine settembre: «L’arrivo della Statua nelle Diocesi di tutta Italia sta riscuotendo un grande entusiasmo – spiegano i responsabili Unitalsi -. Tanta è la gioia e la voglia di preghiera tra i fedeli e i soci, ma anche e soprattutto da tutta la cittadinanza. Un grande richiamo a pregare in questo delicato momento storico che sta colpendo la nostra amata Terra Santa. È un ritornare a Lourdes, vivendo quello spirito che ci abbraccia ogni volta che, soli, ci fermiamo davanti alla Grotta».

L’immagine di Maria arriverà a Chiavari domenica 3 dicembre. Alle 20:45 l’accoglienza in Cattedrale, dove è previsto un momento di preghiera presieduto dal Vescovo diocesano, mons. Giampio Devasini.

Il calendario è attualmente in fase di redazione e sono previsti appuntamenti di preghiera in diversi punti della Diocesi nell’arco di lunedì 4 e martedì 5 dicembre.

Cari fratelli e sorelle,
accogliendo l’invito del Santo Padre Francesco, venerdì 27 ottobre vivremo una giornata di digiuno, preghiera e penitenza per implorare da Dio, Padre di tutti, il dono della pace.
Udito il parere dei Vicari foranei, non si terrà un’unica veglia di preghiera in cattedrale, ma veglie di preghiera e celebrazioni eucaristiche avranno luogo in numerose chiese della nostra Diocesi. Corale sarà l’invocazione che si leverà da ogni angolo della nostra comunità diocesana: pace e non guerra! Vita e non morte! Invocazione che sarà autentica solo se accompagnata dall’impegno ad eliminare dalle nostre relazioni quotidiane ogni sentimento e azione di odio, di vendetta, di violenza, di divisione.
Maria SS.ma, Regina della pace, prega per noi.

+ Giampio Devasini
Vescovo di Chiavari

La Presidenza della CEI ha deciso di promuovere una Giornata nazionale di digiuno, preghiera e astinenza per la pace e la riconciliazione. La data scelta è martedì 17 ottobre, in comunione con i cristiani di Terra Santa secondo le indicazioni del Cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini, che a nome di tutti gli Ordinari, ha chiesto alle comunità locali di incontrarsi “nella preghiera corale, per consegnare a Dio Padre la nostra sete di pace, di giustizia e di riconciliazione”.

In un momento di grande dolore e forte preoccupazione per l’escalation di violenza in Medio Oriente, l’invito della Presidenza della CEI è rivolto alle comunità diocesane perché aderiscano all’iniziativa. Per l’occasione è stato predisposto uno schema di preghiera. 

Nel frattempo, domenica 15 ottobre, in tutte le celebrazioni eucaristiche, può essere adottata questa intenzione: “Padre misericordioso e forte: ‘tu non sei un Dio di disordine, ma di pace’. Spegni nella Terra Santa l’odio, la violenza e la guerra, perché rifioriscano l’amore, la concordia e la pace. Preghiamo”.

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Nomina

Don Paolo Nicora è il nuovo Vicario foraneo del Vicariato di Graveglia e Sturla. 

La nomina è stata firmata questa mattina dal Vescovo diocesano, mons. Giampio Devasini, dopo aver ascoltato i Presbiteri che svolgono il ministero nel Vicariato stesso.

Don Nicora, nato a Sestri Levante il 28 febbraio 1973, è stato ordinato Presbitero il 20 maggio 2018. È Parroco in Val Graveglia delle Parrocchie di San Lorenzo di Arzeno, di Santa Maria e San Michele di Nascio, di Sant’Apollinare di Reppia, di San Bartolomeo di Statale e di San Pietro di Zerli.

Tra i principali compiti del Vicario foraneo, previsti dal Codice di Diritto Canonico, quello di promuovere e coordinare l’attività pastorale comune nell’ambito del Vicariato. Don Paolo Nicora sostituisce don Maurizio Prandi trasferito recentemente a Casarza Ligure.

don Luca Sardella
Direttore Ufficio per le Comunicazioni sociali
Portavoce della Diocesi

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Diocesi Notizia

Nomina

Il Vescovo diocesano, mons. Giampio Devasini, ha nominato in data odierna don Luca Sardella nuovo membro del Consiglio Diocesano per gli Affari Economici.

Il CDAE è presieduto dal Vescovo ed è composto da fedeli esperti in economia e nel diritto. È l’organismo che con pareri e consensi coadiuva il Vescovo nell’amministrazione dei beni della Diocesi e delle persone giuridiche a lui soggette, con particolare riguardo ai profili tecnici, soprattutto giuridici ed economici.

Don Sardella, nato a Santa Margherita Ligure il 13 gennaio 1982 e ordinato Presbitero il 24 novembre 2013, è attualmente Portavoce della Diocesi, Direttore dell’Ufficio Giuridico della Curia e Parroco a Santa Margherita Ligure.

Laureato in Giurisprudenza all’Università di Genova e in Diritto Canonico alla Pontificia Università Lateranense di Roma, è Dottorando di ricerca nello stesso Ateneo.

Il Consiglio Diocesano per gli Affari Economici rimarrà in carica sino al 2026 e attualmente ne fanno parte, oltre all’Economa diocesana Angela Pinasco, anche mons. Stefano Mazzini, don Alessandro Giosso, don Guido Perazzo, Giampiero Antonello, Annabianca Boletto, Francesco Caviglia e Giovanna Copello.

In allegato il Documento di sintesi della Fase narrativa nell’ambito dell’itinerario sinodale in corso.

Documenti

Don Maurizio Prandi si appresta ad iniziare il suo Ministero pastorale come Parroco delle Parrocchie di San Michele Arcangelo di Casarza Ligure, di San Martino di Bargone e di Santa Maria Assunta di Massasco.

Domenica 24 settembre alle ore 15:30, nella chiesa di San Michele a Casarza, il rito di immissione canonica sarà presieduto dal Vescovo diocesano, mons. Giampio Devasini.

Don Prandi, nato a Chiavari l’11 giugno 1965 e ordinato Presbitero il 31 maggio 1998, lascia così la Zona Pastorale di San Salvatore che il primo ottobre verrà affidata alla cura pastorale di don Alessandro Cavallo.

Don Cavallo, nato a Santa Margherita Ligure il 31 maggio 1987 e ordinato Presbitero il 9 giugno 2019, è stato sinora Vicario parrocchiale della Parrocchia di San Giovanni Battista a Chiavari e dallo scorso ottobre 2022 anche Amministratore Parrocchiale delle Parrocchie di Santa Maria di Ne, di San Martino di Caminata e dei Santi Cipriano e Giustina di Sambuceto. 

Domenica 1 ottobre don Cavallo farà il suo ingresso come Parroco delle Parrocchie di Sant’Antonino di Breccanecca, di San Salvatore di Cogorno, di San Colombano della Costa e di Santa Maria di Monticelli.

L’immissione canonica sarà alle ore 15:30 nella Basilica dei Fieschi. Contestualmente diventerà anche Parroco delle tre Parrocchie della Val Graveglia di cui era Amministratore. Sarà aiutato nel ministero in tutte e sette le comunità dal Vicario parrocchiale don Fabio Torri.

Il Marocco è stato sconvolto nella notte tra l’8 e il 9 settembre da una scossa di terremoto di magnitudo 6.8 della scala Richter, ritenuta la più forte avvenuta nel Paese dal 1900. Il bilancio delle vittime è salito a oltre 2.800 persone, almeno 2.562 i feriti e non meno di 18.000 le famiglie sfollate, rimaste definitivamente senza alloggio. Secondo le Nazioni Unite, almeno 100.000 bambini sono stati colpiti dal terremoto. Immani sono i danni materiali le cui stime risultano ancora provvisorie. Colpita in particolare la regione di Marrakech, dove uno sciame di scosse di assestamento si sussegue, la più forte delle quali è stata del 4.9 grado della scala Richter.

Caritas Rabat si è attivata con la sua Equipe, sta contattando le parrocchie colpite e si sta organizzando per l’assistenza alle persone sfollate.

La Conferenza Episcopale Italiana ha espresso solidarietà alla popolazione del Marocco. Come forma di aiuto immediata, ha deciso lo stanziamento di 300mila euro dai fondi 8xmille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica.

«Alle sorelle e ai fratelli del Marocco giunga il nostro profondo cordoglio e la nostra vicinanza. Facendoci prossimi alla popolazione provata da questo tragico evento, preghiamo per le vittime e i loro familiari. Assicuriamo inoltre il sostegno delle nostre Chiese, stringendoci a tutti coloro che sono stati colpiti da questa calamità e alla comunità marocchina in Italia ferita negli affetti», ha affermato il card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI. Lo stanziamento della CEI aiuterà, attraverso Caritas Italiana, a far fronte alle prime necessità.

È possibile contribuire agli interventi di Caritas Italiana per questa emergenza, utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o donazione on-line, o bonifico bancario specificando nella causale “Terremoto Marocco” tramite:

* Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT 24 C 05018 03200 00001 3331 11

* Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT 66 W 03069 09606 100000012474

* Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT 91 P 07601 03200 000000347013

* UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063 119

Con il supporto di RAI per la Sostenibilità – ESG, RAI sosterrà informativamente la campagna di raccolta fondi straordinaria con numero solidale 45525 lanciata da Croce Rossa Italiana, Caritas Italiana e UNICEF per rispondere al terribile terremoto che ha colpito il Marocco. È possibile donare tramite il numero solidale 45525 con un semplice SMS dal proprio telefono cellulare o con una chiamata da rete fissa:

• 2 euro al 45525 con SMS inviato da cellulare WINDTRE, TIM, Vodafone, iliad, PosteMobile, Coop Voce, Tiscali;

• 5 e 10 euro al 45525 con chiamata da rete fissa TIM, Vodafone, WINDTRE, Fastweb e Tiscali;

• 5 euro al 45525 con chiamata da rete fissa TWT, Convergenze, PosteMobile.

Alla vigilia della partenza del nuovo Anno scolastico è stata celebrata ieri nella parrocchia di Cicagna la Santa Messa con la partecipazione di insegnanti e personale del locale istituto comprensivo.

La Celebrazione Eucaristica è stata presieduta da don Alberto Gastaldi, direttore dell’Ufficio Scuola della Diocesi. Alla Celebrazione erano presenti sindaci e rappresentanti di tutti i Comuni della vallata.

«È un’occasione che si rinnova – afferma Andrea Cestari, insegnante dell’istituto comprensivo – con la certezza che dobbiamo inaugurare il nostro anno con una promessa di bene verso di noi, tra colleghi e verso i ragazzi che incontreremo».

Nell’omelia don Gastaldi ha preso spunto dalla frase che Gesù dice a Pietro “Prendi il largo”, per sollecitare i presenti a «prendere il largo nella scuola, avendo fiducia che occorre passione, competenza e creatività». Non da soli, «ma credendo nella squadra». Per questo ha anche invitato i rappresentanti dei comuni a dialogare sempre di più tra istituzioni per venire incontro alle esigenze che nascono nella zona. 

Nel 79° anniversario dall’offerta della sua vita, l’Arma dei Carabinieri e la Comunità di Santo Stefano d’Aveto hanno fatto memoria questa mattina del Servo di Dio Albino Badinelli, per il quale la Diocesi di Chiavari ha aperto nel febbraio 2022 il processo di Beatificazione e Canonizzazione. 

Alla commemorazione sono intervenuti il Tenente Colonnello Michele Lastella, comandante del Reparto Operativo dei Carabinieri di Genova, e il Maggiore Luca Mechilli, comandante della Compagnia Carabinieri di Sestri Levante.

Don Massimo Gelmi, Cappellano militare della Legione Carabinieri Liguria ha impartito la benedizione e il pronipote di Badinelli, don Tommaso Mazza, ha recitato la preghiera composta da mons. Giampio Devasini.

Presenti i Sindaci di Santo Stefano d’Aveto, Giuseppe Tassi, e di Mezzanego, Danilo Repetto. Sono intervenuti il Presidente del Parco dell’Aveto Tatiana Ostiensi, l’Associazioni Nazionale Alpini e l’Associazione Nazionale Carabinieri, accanto ai familiari e ai componenti il Comitato “Albino Badinelli”.

Tutto ebbe inizio il 2 settembre del 1944: rispondendo ad un ordine perentorio del maggiore Cadelo, con il quale minacciava di fucilare 20 ostaggi e di incendiare il paese se tutti gli sbandati e i renitenti alle armi non si fossero presentati presso la Casa del Fascio di Santo Stefano d’Aveto, Badinelli raggiunse spontaneamente il comando e si presentò a Cadelo. Quest’ultimo appena seppe che era un carabiniere lo considerò un disertore e lo condannò immediatamente a morte tramite plotone di esecuzione. Chiesto di potersi confessare – cosa che gli fu negata –, Albino ebbe tuttavia la possibilità di confidarsi con monsignor Giuseppe Monteverde che, avvertito da un ragazzo, lo aveva raggiunto presso la Casa del Fascio. Il sacerdote ascoltò le sue ultime volontà e gli  consegnò un crocefisso. Accompagnato dal Monsignore, il giovane carabiniere fu portato nei pressi del cimitero e, posto di spalle contro il muro, fu immediatamente fucilato. Poco prima di ricevere la scarica mortale esclamò baciando il crocifisso: «Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno». 

Il 26 febbraio 2022 il Vescovo Devasini ha aperto nella Cattedrale di Nostra Signora dell’Orto la fase diocesana del processo di Beatificazione e Canonizzazione di Badinelli, al quale sta lavorando il Tribunale appositamente costituito. 

Con un animo in cui si intrecciano gratitudine e dispiacere apprendiamo la decisione delle Sorelle Clarisse di Leivi di lasciare la nostra Diocesi per unirsi alla comunità delle Clarisse di Vicoforte, scelta maturata al compiersi di un cammino di discernimento che le ha viste impegnate negli ultimi anni.

Siamo grati alle Sorelle di Santa Chiara perché la loro presenza nella nostra Chiesa diocesana in questi trent’anni è stata per laici e presbiteri un significativo punto di riferimento per la propria vita spirituale.

Chi sale al Monastero di Leivi sa di trovare un’oasi di pace dove poter godere dell’amicizia fraterna delle Suore e della bellezza di un luogo che permette tempi distesi di silenzio e preghiera.

Comprendiamo la scelta delle Clarisse e insieme alla gratitudine per quanto hanno donato alla nostra Diocesi manifestiamo anche un profondo dispiacere, nella consapevolezza di perdere una presenza di grande valore spirituale che arricchiva il tessuto della nostra Chiesa chiavarese.

don Luca Sardella
Portavoce della Diocesi

Centinaia di gruppi, migliaia di ragazzi arrivati a Lisbona da 180 Diocesi per partecipare alla 37ª Giornata Mondiale della Gioventù hanno varcato la soglia di “Casa Italia”, in rua Artilharia 1. Ogni giorno dalle 9 alle 22, il “quartier generale tricolore” ha accolto i pellegrini italiani con i loro accompagnatori, fornendo informazioni, materiale e supporto, facendo fronte ad eventuali esigenze di tipo sanitario o burocratico, e diventando sempre più un punto di riferimento per tutti, Vescovi e giovani. 
«‘Casa Italia’ non è un luogo di destinazione, ma piuttosto di sosta che, da una parte, ha la funzione concreta di rispondere a dei bisogni e, dall’altra, quella di essere un posto di scambio e incontro, nell’informalità. Per i giovani, i capigruppo e i genitori che stanno a casa, sapere che esiste un luogo così è importante. È come un rifugio in montagna quando scoppia un temporale improvviso; è sapere di poter avere un tetto sulla testa, di poter contare su qualcuno che ti accoglie. I servizi di ‘Casa Italia’ li abbiamo sperimentati e costruiti sul campo, un po’ alla volta, da Cracovia in poi, in base all’esperienza. Si tratta ormai di un modello, anche per le altre Conferenze Episcopali», spiega don Michele Falabretti, responsabile del Servizio Nazionale per la pastorale giovanile della CEI. 
Dal 1° al 6 agosto, il presidio medico di “Casa Italia”, coordinato dal dottor Riccardo Cazzuffi, pneumologo degli Ospedali Riuniti Padova Sud “Madre Teresa di Calcutta”, ha dato assistenza a circa 200 ragazzi per un primo soccorso per lievi patologie. Grazie alla collaborazione con l’Ambasciatore d’Italia in Portogallo, Carlo Formosa, è stato operativo anche un ufficio dell’Ambasciata, a disposizione di quanti avevano smarrito i documenti. “Casa Italia” inoltre è stata la base dei media CEI – Avvenire, Tv2000 e inBlu2000, Agenzia Sir – che, ognuno con il proprio stile e linguaggio, hanno offerto un racconto a 360° dell’appuntamento di Lisbona, sulla carta stampata, sui social, sul web, in tv e sulle frequenze radio. «La circolarità vissuta dai nostri media è una ricchezza che aiuta anche a comprendere il ventaglio di possibilità con cui avvicinarsi alla realtà: articoli, servizi televisivi, lanci di agenzia… tutto concorre ad ascoltare e a raccontare. Una strada da percorrere con decisione per continuare a leggere con l’occhio della fede quanto avviene intorno a noi. È la sfida per il presente e la grande opportunità per il futuro», sottolinea Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali. 
«Il Papa ha rivolto tante domande ai giovani; noi lasciamoci interrogare dalla loro presenza. La Gmg non finisce qui a Lisbona: è necessario andare nel mondo, tornare nelle strade, continuare a lavorare e studiare con la certezza di un Amore che ci ha chiamato e consegnato il mandato di dire a tutti di essere amati. La Chiesa deve andare, inquieta ma certa, verso Dio e verso gli uomini; la Chiesa ha bisogno di un nuovo annuncio che non può non camminare con i piedi e con il cuore di questi giovani», afferma Mons. Giuseppe Baturi, Arcivescovo di Cagliari e Segretario Generale della CEI. 

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GMG 2023: 65mila giovani italiani a Lisbona

Sono 65mila i ragazzi italiani in partenza per la Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona, in programma dall’1 al 6 agosto. Ad accompagnarli 106 Vescovi insieme a sacerdoti, religiose e religiosi, educatori e animatori. 
Nella capitale portoghese, la delegazione azzurra – che vede rappresentate 180 Diocesi – avrà come punto di riferimento “Casa Italia”, un luogo dove trovare informazioni e materiali, risolvere problemi, oltre che per incontrarsi, stare insieme e condividere esperienze, anche con chi è rimasto a casa o sui social grazie al wifi gratuito. 
Ubicata in una scuola gestita dalla Suore di Santa Dorotea della Frassinetti in rua Artilharia, a “Casa Italia” – che sarà ben riconoscibile grazie agli allestimenti ideati e realizzati dagli studenti dell’Accademia di arti grafiche del Patronato San Vincenzo di Bergamo – saranno operativi la segreteria del Servizio Nazionale per la pastorale giovanile che offrirà assistenza agli accompagnatori e ai responsabili dei gruppi, un ufficio dell’Ambasciata e un presidio medico. Presente anche lo staff dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali della CEI che racconterà la Gmg sul sito https://gmg.chiesacattolica.it/ e supporterà giornalisti e operatori dei media italiani inviati a Lisbona. L’accoglienza sarà garantita da una trentina di volontari, provenienti da tutta Italia. 
Ad inaugurare il “quartier generale tricolore” a Lisbona sarà Mons. Giuseppe Baturi, Arcivescovo di Cagliari e Segretario Generale della CEI, domenica 30 luglio alle 12 (ora portoghese). 
Rispetto al programma ufficiale della Gmg, i ragazzi italiani parteciperanno dal 2 al 4 agosto alle catechesi che saranno tenute dai Vescovi nei luoghi di alloggio dei pellegrini. Il 2 agosto, alle 20 (ora portoghese), il Passeio Maritimo de Algés ospiterà la Festa degli italiani, un momento di condivisione e riflessione trasmesso in diretta da Tv2000 a partire dalle 21 (ora italiana). 
L’esperienza della compagine azzurra verrà documentata da Avvenire, Tv2000, InBlu2000 e Agenzia Sir con servizi dedicati, speciali e dirette. Informazioni e aggiornamenti in tempo reale anche sui social della Pastorale giovanile e della Conferenza Episcopale Italiana. 
“Il coinvolgimento delle Diocesi, che da mesi si preparano a questo appuntamento, e la grande partecipazione dei ragazzi – sottolinea don Michele Falabretti, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile della CEI – raccontano di una Chiesa viva e più giovane di quanto immaginiamo. Quella di Lisbona sarà un’esperienza particolare per diversi motivi: innanzitutto, la generazione che vi prende parte, per questioni anagrafiche, non ha mai vissuto qualcosa di simile ma viene dalla sofferenza della pandemia; inoltre, è la prima volta che l’incontro mondiale dei giovani si svolge in un Continente in cui è in atto una guerra. Ogni Gmg è un grande laboratorio: culture, lingue, provenienze diverse aprono il cuore alla comprensione dell’esistenza stessa. Questa edizione, in particolare, servirà anche a rigenerare la fiducia negli altri, la consapevolezza che dipendiamo gli uni dagli altri, che abbiamo bisogno di riconoscere nell’altro un fratello e che vale la pena mettersi in gioco. E di farlo, come ci ha ricordato Papa Francesco, con quella mistica del cammino che è sempre vicino agli altri e non da soli”.

Grande successo di pubblico a Santa Margherita Ligure per la serata dedicata al rapporto tra scienza e fede insieme a don Matteo Galaverni, astrofisico della Specola Vaticana. L’appuntamento di ieri, promosso dalla Parrocchia di Santa Margherita e dall’Ufficio Cultura della Diocesi, ha raccolto in Piazza Caprera oltre duecento persone. Don Galaverni ha evidenziato come scienza e religione possano dialogare, ponendo l’accento su come lo studio dell’Universo possa arricchire il personale cammino di fede, aprendolo alla contemplazione. La serata, introdotta dall’Arciprete di Santa Margherita don Luca Sardella e dal Direttore dell’Ufficio Cultura don Jacopo De Vecchi, è stata arricchita dalla musica del violoncello del maestro Raffaele Ottonello.

Intervista di don Luca Sardella a don Matteo Galaverni © TELERADIOPACE TV

È disponibile online sul sito www.settimanesociali.it il Documento preparatorio della 50ª Settimana Sociale dei Cattolici in Italia, in programma a Trieste dal 3 al 7 luglio 2024.

Partecipazione e pace, lavoro e diritti, migrazioni, ecologia integrale, economia che metta al centro l’uomo e la natura sono i temi “Al cuore della democrazia” che faranno da filo rosso al tradizionale appuntamento promosso dalla CEI. 

Pensata come un processo più che come un evento, la Settimana Sociale entra nel vivo con la pubblicazione del Documento preparatorio che aiuterà a riflettere e a individuare idee da realizzare per “partecipare tra storia e futuro”. “Il futuro del Paese – sottolinea il Documento – richiede persone capaci di mettersi in gioco e di collaborare tra loro per rigenerare gli spazi di vita, anche i più marginali e affaticati, rinforzando la capacità di scegliere democraticamente e di vivere il potere come un servizio da condividere. È una sfida che riguarda tutti i cittadini: tutte le voci di una comunità devono trovare parola, ascolto e sostegno, per elaborare pensiero e avviare percorsi di partecipazione, per trasformare il presente e liberare più bellezza nel futuro”.

In vista di una Settimana Sociale che vuole essere “un crocevia di persone e progetti diversi, un luogo per condividere il presente e immaginare insieme il futuro, ricercando sempre nuove vie per costruire il bene comune”, Diocesi e territori, aggregazioni laicali e famiglie religiose, cittadini e fedeli sono chiamati a confrontarsi sul tema della democrazia, a partire da alcune domande presenti nel Documento. Così da dare un contributo significativo al Cammino sinodale – di cui la Settimana Sociale è parte integrante – e allo sviluppo del Paese. 

In quest’ottica, la scelta della sede non è casuale: Trieste è città di confine, proiettata verso l’Europa e aperta verso Est, con una presenza storica di tante Confessioni cristiane e religioni diverse; una terra segnata da divisioni politiche che ne hanno attraversato la storia, con luoghi che ricordano dove porta la negazione della democrazia, dalla Risiera di San Saba alle Foibe. “Vogliamo capire – spiega il Documento – qualcosa di più di questi confini che uniscono e dividono, di questa Europa e del suo sogno di pace tante volte tradito, del mondo che vi arriva a piedi – piedi feriti dal cammino e provati dalla fatica – dopo aver percorso le strade della guerra e della disperazione”. 

L’importanza dell’apertura alla multiculturalità e al pluralismo così come del dialogo sono richiamati in modo plastico dal logo, che raffigura dei baloon che si intrecciano: l’intersezione delle forme e dei colori crea una croce, simbolo delle radici e dei valori che sono alla base dell’appuntamento. 

La comunità – fattore chiave del cambiamento proposto – è invece rappresentata dall’immagine scelta per la 50ª edizione che, riecheggiando le grafiche degli anni ‘60, in particolare dell’optical art, utilizza elementi geometrici semplici per generare, grazie alla loro ripetizione, un grande cuore fatto di persone.

Rinnoviamo l’invito alle comunità ecclesiali e, in particolare, ai monasteri presenti sul territorio nazionale ad accompagnare con la preghiera la visita a Mosca che il Cardinale Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI, compirà quale Inviato di Papa Francesco nei giorni 28 e 29 giugno. 

Auspichiamo che questa nuova iniziativa possa contribuire al raggiungimento di una giusta pace. Con le parole del Santo Padre ci rivolgiamo alla Vergine Maria: “Regina della famiglia umana, mostra ai popoli la via della fraternità. Regina della pace, ottieni al mondo la pace” (Atto di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, 25 marzo 2022).

Mons. Giuseppe Baturi
Arcivescovo di Cagliari e Segretario Generale della CEI

Il vescovo diocesano, mons. Giampio Devasini, ha celebrato questa mattina nella Parrocchia di San Giacomo di Rupinaro a Chiavari la Santa Messa per l’Arma dei Carabinieri.
Ai presenti il grazie del Vescovo: «Mettete la vostra vita a servizio della comunità per la tutela dell’ordine pubblico, per la crescita del bene comune».

Guarda il servizio di TeleRadioPace

C’era una volta la guerra, spettacolo teatrale prodotto da EMERGENCY Ong Onlus, interpretato da Mario Spallino, per la regia e drammaturgia di Patrizia Pasqui, sarà in scena domani, 6 giugno, alle ore 21:00 presso l’Auditorium San Francesco di via Entella 7  a Chiavari. 

L’evento è realizzato dalla Caritas Diocesana con il patrocinio del Comune di Chiavari – Assessorato alla Cultura. 

In un atto unico di 75 minuti si susseguono fatti, personaggi, riflessioni, dialoghi e canzoni che cercano di ripercorrere la storia di questi ultimi decenni e mostrare che la guerra non è inevitabile.

L’orologio dell’Apocalisse – il Doomsday Clock, è stato ideato dagli scienziati della rivista del Bulletin of Atomic Scientists nel 1947 per mostrare metaforicamente una ipotetica fine del mondo. I rischi di una guerra nucleare e il cambiamento climatico hanno, recentemente, portato gli scienziati a spostare le lancette in avanti di 20 secondi. A separarci dalla mezzanotte solo 90 secondi.

Di fronte a tutto questo, C’era una volta la guerra è un titolo che potrebbe sembrare un’utopia. ‘Utopia’ non è una parola adatta soltanto ai sognatori, ai poeti o ai pazzi. Non significa fuga dalla realtà, ma capacità di immaginare qualcosa che non c’è ancora, rendendola possibile. A dimostrarcelo sono le vite di alcune persone, più o meno conosciute, che negli anni hanno saputo inceppare il meccanismo della guerra, “per un futuro che tenga conto dell’umanità”.

Attraverso la voce di Mario Spallino, accompagnata da musiche e canzoni originali di Guido Tongiorgi, le loro storie prendono vita sulla scena per ricordarci che uomini e donne normali possono, con le loro scelte, compiere azioni stra-ordinarie. 

C’era una volta la guerra è uno spettacolo, ma anche e soprattutto un contributo a un’educazione che includa nel suo percorso l’utopia.

C’era una volta la guerra, si chiama questo spettacolo, e il bello è che basta già a fare sperare e sognare il titolo, a suo modo utopistico, idealista, forse visionario. […] Medici, volontari, politici, soldati e testimoni di pace raccontati per riflessioni, dialoghi, cronache, canzoni” (Matteo Macor – La Repubblica)

Ingresso a offerta libera.

Per info: caritas@chiavari.chiesacattolica.it

Sono ancora aperte le iscrizioni al Summer Camp di formazione per i catechisti in calendario dal 16 al 18 giugno a Belpiano.

“Catechista oggi: istruzioni per l’uso”: il Workshop residenziale alternerà proposte e lavori curati dall’Equipe diocesana per la Catechesi, dalla Scuola diocesana di Formazione Teologica e dal prof. Pierpaolo Triani, docente di pedagogia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Chi non riesce ad essere presente all’intero weekend può anche partecipare ad uno o più incontri. L’Ufficio per la Catechesi suggerisce che ogni Parrocchia o Zona pastorale invii almeno due catechisti/catechiste per partecipare all’iniziativa.

In una serata di musica e festa nel centro di Lavagna, i 190 giovani della Diocesi che partiranno per Lisbona per vivere la prossima Giornata Mondiale della Gioventù hanno ricevuto ieri sera il mandato dal Vescovo diocesano.

Dopo la cena al Porticato Brignardello preparata dai volontari dell’Operazione Mato Grosso e servita dagli studenti dell’Accademia del Turismo di Lavagna, monsignor Devasini ha invitato i ragazzi a preparare il cuore per vivere la GMG come occasione di crescita nella vita e nella fede, per rientrare poi a casa e mettersi a servizio degli altri.

Alcuni adulti hanno scritto delle lettere ai giovani che sono state lette e consegnate ai partecipanti: «Nella valigia non dimenticate di mettere alcune parole che riteniamo fondamentali: curiosità, gioia, libertà, stupore. Ci aspettiamo che torniate entusiasti della vita e con la “fretta buona” di chi sa di aver ricevuto dei doni straordinari dal Signore e non può fare a meno di condividerli. Vi accompagniamo con tenerezza e preghiamo per ciascuno di voi».

I giovani partiranno il 29 luglio in pullman e dopo la tappa a Barcellona arriveranno il 1° agosto a Lisbona per vivere l’intera settimana con i coetanei di tutto il mondo nella capitale portoghese.

Nel servizio di Telepace il racconto dei preparativi a Lisbona:

Da oggi, 1 giugno 2023, è online il nuovo sito internet della Diocesi di Chiavari.

Una moderna ed elegante veste grafica, caratteri più leggibili ed una migliore organizzazione dei contenuti rendono il portale della Chiesa diocesana www.diocesichiavari.it un efficace strumento di servizio.

Chi entra nel sito si troverà di fronte ad una vera e propria “fotografia” del territorio diocesano, a partire dalla grande immagine in home-page che fa emergere la bellezza del Tigullio.

Spazio a volti e comunità che compongono il tessuto della Chiesa locale, ma anche ad informazioni utili e documentazione da scaricare.

Tra le novità, infatti, si segnala lo spazio per gli orari delle Celebrazioni Eucaristiche di tutte le Parrocchie della Diocesi, la documentazione amministrativa e matrimoniale facilmente consultabile e scaricabile, una sezione dedicata alle iniziative più significative promosse dagli Uffici di Curia e dalle Parrocchie, l’attività della Caritas e il rendiconto dei fondi dell’8xmille. Nella sezione dedicata al Vescovo, poi, si trovano l’agenda e le omelie di mons. Giampio Devasini.

Il sito, realizzato dall’Ufficio per le Comunicazioni Sociali della Diocesi che si è avvalso di una azienda qualificata, andrà crescendo di giorno in giorno in un continuo aggiornamento per renderlo non solo un portale di servizio, ma anche una “foto” in divenire che racconta la vita della nostra Chiesa diocesana.

Nell’intervista di Telepace a don Luca Sardella, Direttore dell’Ufficio per le Comunicazioni Sociali, la presentazione del nuovo sito.


L’intervento della teologa domenicana Antonietta Potente ha concluso il primo anno dei corsi della Scuola di Formazione Teologica “Mater Ecclesiale”.

Incoraggiati dalle parole di Papa Francesco, 330 referenti del Cammino sinodale provenienti da due terzi delle diocesi italiane si sono ritrovati a Roma, il 25 e il 26 maggio, per confrontarsi in vista dell’elaborazione delle Linee guida per la “fase sapienziale”, secondo step tra il biennio dell’ascolto e la cosiddetta “fase profetica”. Questo strumento, che sarà presentato al Consiglio Episcopale Permanente previsto per l’8 luglio, indirizzerà e sosterrà il discernimento operativo sul territorio, in raccordo con il livello nazionale. 

La sfida è infatti quella di intrecciare il vissuto diocesano con le riflessioni nazionali, in una circolarità virtuosa che valorizzi l’apporto locale arricchendolo con il contributo di esperti e di rappresentanti del mondo ecclesiale, sociale e culturale. La rete consolidata dei referenti diocesani, che costituisce la grande novità dei primi due anni di ascolto, continuerà ad operare in connessione con il Comitato Nazionale – la cui composizione è ormai definitiva – e con i Vescovi. Con questa metodologia, tutte le componenti del popolo di Dio avranno voce e saranno partecipi delle scelte condivise che verranno prese nella “fase profetica”. 

Nell’incontro di Roma a cui sono intervenuti i Vescovi Antonio Mura, Claudio Giuliodori e Antonino Raspanti, i referenti diocesani hanno dunque lavorato per individuare i temi principali emersi dai Cantieri avviati sul territorio e dal dibattito nei gruppi sinodali della 77ª Assemblea Generale della CEI. “La Chiesa in Italia è viva. Non esercitiamo un ruolo, ma siamo una casa: abbiamo davanti un grande sforzo missionario”, ha affermato il Card. Matteo Zuppi, Presidente della CEI. “Ci sono delle condizioni di possibilità. Abbiamo preso consapevolezza che c’è una questione di stile: si deve adottare uno stile nuovo di essere Chiesa per la missione”, gli ha fatto eco Mons. Erio Castellucci, presidente del Comitato nazionale del Cammino sinodale. “Il cammino deve essere un percorso di fede e di evangelizzazione: dobbiamo aggredire i nodi critici senza paura”, ha concluso Mons. Giuseppe Baturi, Segretario Generale della CEI.

A seguito delle alluvioni che hanno colpito alcune zone dell’Emilia-Romagna, la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha messo a disposizione un primo stanziamento di 1 milione di euro dai fondi 8×1000 attraverso Caritas Italiana che è in costante contatto con la Delegazione regionale e le Caritas delle diocesi colpite da questa emergenza.
Non è stata indetta una colletta nazionale,  ma molte diocesi intendono raccogliere donazioni per sostenere le popolazioni colpite e i progetti di ripartenza.
Per questo motivo riportiamo di seguito i conti correnti di Caritas Italiana sui quali possono convergere le offerte con causale “Emergenza alluvione 2023” in modo da agevolare coordinamento e programmazione degli interventi.

– Conto corrente postale n. 347013;
– Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT24 C050 1803 2000 0001 3331 111
– Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT66 W030 6909 6061 0000 0012 474
– Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013
– UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119
– Banco BPM, Piazza Meda, Milano – Iban: IT76 Y 05034 01647 000000009900

Le donazioni possono essere fatte anche online dal sito di Caritas Italiana (https://donazioni.caritas.it).

Tre Onorificenze pontificie a coloro che continuano a prestare il proprio servizio alla Chiesa diocesana con generosità e passione.

Le ha consegnate questa mattina in Curia il Vescovo diocesano, mons. Giampio Devasini, a Giampiero Antonello, Graziella Aramini e Pierluigi Pezzi.

Ad Antonello e Pezzi è stato consegnato il titolo di Cavaliere di San Silvestro Papa, mentre a Graziella Aramini la Croce Pro Ecclesia et Pontifice

Giampiero Antonello ha svolto per diversi anni servizio all’Istituto diocesano Sostentamento del Clero, proseguendo tuttora la sua collaborazione con la Diocesi; Pierluigi Pezzi si è prodigato per custodire e promuovere la memoria storica della nostra Chiesa particolare; Graziella Aramini continua con discrezione e competenza il suo incarico di Segretaria particolare del Vescovo.

A loro monsignor Devasini ha manifestato gratitudine per il prezioso servizio rivolto all’intera Comunità diocesana.

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37ª Giornata mondiale della gioventù

La prossima Giornata Mondiale della Gioventù si terrà a Lisbona, dall’1 al 6 agosto 2023

La Giornata Mondiale della Gioventù è un’occasione importante per i giovani di tutto il mondo di unirsi e riflettere sulla loro vita, sulle sfide che affrontano e sulle opportunità che hanno di costruire un futuro migliore. In questo contesto, molti giovani si sono impegnati in attività di volontariato, hanno partecipato a incontri e dibattiti e hanno condiviso le loro esperienze e idee con altri giovani di tutto il mondo.