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Diocesi Notizia

«Siamo salvati accogliendo l’amore di Dio»

Pubblichiamo l’omelia pronunciata questa sera dal Vescovo Devasini nel corso della Veglia dell’Immacolata nella Basilica dei Santi Gervasio e Protasio di Rapallo.

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«Ecco Dio è la mia salvezza» (Is 12, 2)

«Il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore» (Lc 1, 47)

Cari fratelli e sorelle, la salvezza della nostra vita dalla deriva del non senso, dell’inconsistenza, della disperazione si compie accogliendo l’amore di Dio, l’amore preveniente, gratuito, incondizionato, smisurato di Dio. Questo amore però non è sempre evidente: per esempio non lo è quando mi accade di vivere esperienze particolarmente dolorose…..magari col tempo riuscirò anche a leggerle – per usare le parole di Peter Cameron – come «un dono crudele,  ma pur sempre un dono» perché mi hanno aiutato a capire tante cose, a dare una certa direzione alla mia vita, a non essere superficiale…..ma non è detto che questo avvenga, non è automatico. Oggi ho inaugurato a Cicagna l’abete “Natalino” che ha dato volto concreto ad un racconto di Vladimiro, un ragazzo di 32 anni affetto da sla: completamente immobile, tracheostomizzato, nutrito attraverso la peg e disperatamente attaccato alla vita. L’ho conosciuto in occasione del pellegrinaggio a Lourdes dell’agosto scorso e poi, con don Marco Gattorna, l’ho incontrato altre volte: confessare l’amore di Dio nella sua condizione è terribilmente difficile per lui ma anche per me. Dagli incontri con lui – il cui mondo interiore si sta affinando fino a raggiungere vette altissime – esco sempre commosso e arricchito ma anche con tante domande che non trovano risposta. Ecco, penso che credere sia anche questo: confessare l’amore di Dio quando quest’amore non è affatto evidente. Il credente non è uno che avanza nella serena luminosità del giorno ma è uno che cammina nella notte, pellegrino verso la luce. La fede non è possesso, garanzia, sicurezza. La fede è resa, consegna, abbandono. «Credo, Signore, aiuta la mia incredulità» (Mc 9, 24).

La salvezza della nostra vita dalla deriva del non senso, dell’inconsistenza, della disperazione si compie accogliendo l’amore di Dio, l’amore preveniente, gratuito, incondizionato, smisurato di Dio. E quest’accoglienza ha i tratti dell’autenticità solo quando, con il mio cuore, dilatato da questo amore, vado, con Dio e come Dio, verso gli altri, metto la mia esistenza a servizio degli altri, dono la mia vita agli altri perché gli altri abbiano vita. Gesù ci ha insegnato che il credente non è colui che obbedisce a Dio osservando le sue leggi ma è colui che assomiglia al Padre che è nei cieli perché pratica un amore simile al suo. E lo può praticare perché è abitato dall’amore di Dio come ci ricorda l’apostolo Paolo: «L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rm 5, 5). «Credo, Signore, aiuta la mia incredulità» (Mc 9, 24).

Caro Francesco, con te e per te preghiamo perchè tu possa tenere sempre lo sguardo fisso su Gesù, sul suo esempio luminoso, sulla radicalità e totalità della sua intrepida dedizione e così avrai la forza di servire i fratelli e le sorelle “a modo di Gesù”. Caro Francesco, con te preghiamo perché, sul tuo esempio, altri giovani, accogliendo la chiamata di Dio, decidano di dedicarsi totalmente a Lui nel servizio dei fratelli e delle sorelle.